Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

venerdì 4 ottobre 2013

Lacrime di coccodrillo


Avevo promesso a me stesso che non avrei parlato di politica in questo blog, ma non posso non parlare della tragedia di ieri, accaduta a pochi metri dall'isola di Lampedusa. Sino a quando non si risolvono i problemi didattoriali negli stati africani, del Corno d'Africa in particolare, come Somalia ed Eritrea, avremo sempre più profughi e quindi tragedie su tragedie. Sino a quando i paesi occidentali come l'Italia continueranno gli affari economici con i regimi di quei paesi, tutto continuerà, compresi i morti in fondo al Mediterraneo. I problemi devono essere risolti in quelle zone e non sul mare o sulle coste del Continente, rendiamo la vita decente a quelle popolazioni nelle loro regioni e vedremo come in pochi anni non affronteranno più chilometri e chilometri di sacrifici e di pericoli per venire da noi. Però poi proclamiamo il "Lutto Nazionale" per un giorno ! E domani ? Punto e a capo ! Gaetano Masuzzo/cronarmerina   

6 commenti:

  1. sono anni che continuiamo a vedere queste scene orribili,si parla,si parla e poi non si conclude niente.gli interessi economici e politici vengono prima di tutto.e tutta quella povera gente ridotta alla miseria ,un minimo di umanita' per chi va alla ricerca della liberta'e di una vita migliore.la liberta' e' poter vivere bene nel proprio paese.

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  2. siamo tutti figli di un unico padre che e nei cieli'.non si puo'morire cosi'.

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  3. Promettere a sè stessi è sempre conveniente, perchè si può sempre contravvenire quando si è fuori di sè. Hai ragione, Gaetano, dovremmo aiutarli nei loro paesi, senza crear loro l'illusione, specie in un momento di grande crisi, di una impossibile accoglienza. Ma perchè, per noi italiani, queste stragi sono una vergogna? E cosa dovremmo fare, per salvarli? Noi andiamo a prenderli, appena sappiamo, mentre altri paesi li respingono e addirittura la Spagna spara. Tutt'altro discorso è l'accoglienza, ma l'indigno governativo per le stragi, contro chi? Contro chi, l'indigno papale? Lui, capo di uno stato sovrano, potrebbe comprar motovedette e pattugliare il mondo? E perchè non lo fa, considerato che il fenomeno è globale? Terribile, questo mio polemizzare sulla morte, ma capire è il primo passo. Riposino in pace.

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    1. Giovà, non ti preoccupare. Adesso che Lampedusa sarà premio Nobèl per la pace sarà tutto risolto !

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  4. Gaetano, Giovanni
    Vi leggo e percepisco molto accoramento per ciò che é accaduto a Lampedusa. A mio parere da anni stiamo assistendo alla terza guerra mondiale senza rendercene conto. Non si combatte “convenzionalmente” con bombardamenti, aerei e carri armati in quantità ma con armi estremamente insidiose e silenti come la fame e la disperazione. Dall’Africa e da alcuni paesi dell’Asia, i paesi cosiddetti civili, hanno tratto e traggono profitti a piene mani, ma non danno, non insegnano e sopratutto non si impegnano proporzionalmente . E’una guerra impari dove gli “Indiani cattivi” sono condannati dai “nordisti buoni” a perdere senza alcuna possibilità. Accadono tragedie come quella all’onor di cronaca e scatta dunque la nostra civiltà a comando: celebrando, commiserando e sopralluogando ipocritamente il campo di battaglia. Ci sono anche episodi di eroismo soccorrendo e inumando le vittime, in vita e non, di questo continuo conflitto. Gridiamo vergogna ! Tuoniamo per rimandarli a casa, per non farli venire ma sfruttiamo alla grande i migranti che “vivono” nel nostro paese. Forse dovremmo ricordare quando “i migranti” eravamo noi . Dobbiamo elevare la nostra protesta non solo fino a Roma ma anche in Europa pretendendo misure di salvaguardia e di effettivo intervento diplomatico nei confronti dei governi o delle istituzioni internazionali perché agiscano veramente. Presto questi esseri umani che stanno dolorosamente invadendo l’Europa saranno così tanti da rappresentare un problema serio in termini di lavoro, di sussistenza, di religione e quindi di integrazione. La crisi economica non si spegnerà in breve tempo, lo sappiamo.I posti di lavoro, le aziende, le esportazioni non si ricreano in un minuto. I nostri figli non trovano lavoro. Si vedono molti indigenti “nostrani” chiedere l’elemosina per strada. Il rischio che a breve non ci saranno risorse sufficienti per tutti. Allora la terza guerra mondiale rivelerà la sua tremenda presenza. Quando per sopravvivere, i disperati saremo anche noi e combatteremo la guerra in città, tra le nostre case, chi sarà il vero nemico ? Quindi basta piagnistei, giusta la commozione per i morti. Chiediamo a gran voce al nostro governo e alla chiesa , anche esponendoci, che si diano una mossa. Diamoci una mossa anche noi aiutando Il vicino di colore chi ci tende la mano. Avremo grandi lezioni di dignità. Forse scopriremo il cristianesimo di cui abbiamo sentito parlare, chissà. Ad iniziare da me per primo.
    Un caro saluto
    Michele Suriana

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    1. Michè, hai ragione e la pensiamo allo stesso modo. Speriamo che non sia troppo tardi per risolvere i loro e, quindi, i nostri problemi.

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