Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

giovedì 17 ottobre 2013

Dalla conferenza su Fundrò / 1


Da sx: Ugo Adamo, Concetto Parlascino e Sebastiano Arena

Ricostruzione dell'abbazia prima dell'abbandono, C. Parlascino 2013
Domenica scorsa, presso la chiesa di Sant'Anna Vecchia, la conferenza (foto in alto) del prof. Concetto Parlascino su Il Casale di Fundrò ha "messo finalmente un punto (sia pur provvisorio)" sulla storia di questo borgo che si trova quasi a metà della vecchia strada che collegava anticamente i due grandi centri di Placie e Castrum Joannis. Dalla conferenza sono scaturite nuove e interessanti notizie che riporto qui sotto e nei post dei prossimi giorni. 

NOTIZIE STORICHE 
Dal volume di C. Parlascino, Il Casale di Fundrò, Ed. G.A.L.V., Tip. Del Casale, P. Arm., 2013.

"Il casale o villaggio di Cundrò (o Fundrò), in alcuni testi identificato anche come castello di Fundrò*, era posto sulle alture tra Enna e Piazza Armerina, in una zona oggi occupata dai boschi del demanio dell'Azienda Regionale delle Foreste. Il casale potrebbe essere nato per l'aggregazione, a scopo difensivo, di alcuni abitati rurali della zona circostante (contrada Fundrò, Balatella, Acqua dei Conti), dove la frequentazione è chiaramente testimoniata dai resti che risalgono, comunque, sino all'età imperiale romana. Le prime nortizie storiche del casale risalgono all'età bizantina, quando la Sicilia venne interessata da un gran flusso migratorio che portò all'ingrandimento dei centri preesitenti e all'origine, quasi certamente, di Condrò (o Fundrò) ed Agata (o Gatta)**, due grossi casali dell'alta valle del Braemi e della valle del Tempio. Ebbe inizio così una nuova grecità che si conserverà nei secoli successivi fino alla dominazione araba***. Infatti nel periodo normanno la popolazione di lingua greca, esitente nel nostro territorio, era di modesta entità e di scarsissimo peso politico per cui i nuovi dominatori poterono affermare la loro cultura latina. Piccoli gruppi di popolazione di origine greca abitavano i casali di Fundrò (o Condrò o Condrono), di Agata, di Sophiana e, probabilmente, la zona intorno alla chiesa del Patrisanto (oggi detta dei Teatini)." Gaetano Masuzzo/cronarmerina

*Oltre a queste denominazioni ne ho riscontrate altre 5: Codrò, Kundrò, Fundarò, Chundioni e Chundroni. In provincia di Messina esiste il Comune di Condrò di ca. 500 abitanti. Dalla sua storia si apprende che il toponimo sembra trarre origine dal greco Chondros (granello o cartilagine).
**Ex casale dove esisteva, intorno al 550 d.C. la chiesa di Sant'Agata e successivamente anche una Torre, poi il nome venne trasformato volgarmente in Gatta (nei pressi dell'odierna Mirabella Imbaccari).
***Dall'827 al 1091 anno della caduta di Noto, ultima roccaforte saracena.    

Nessun commento:

Posta un commento