Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

lunedì 31 agosto 2015

Resoconto del Convegno

Giuseppe Portogallo e Don Antonino Scarcione al Convegno
Resoconto del Convegno  
del 24 agosto 2015

"Prospero Intorcetta S.J., un piazzese nella Cina del XVII sec."

Successo di pubblico e di critica del Convegno di studi su Prospero Intorcetta. La Fondazione a lui intitolata ha organizzato al Museo diocesano un'interessante giornata, nella quale illustri personalità del mondo accademico e della cultura hanno dato il proprio contributo nell'intento di tracciarne un profilo, il più aderente possibile alla realtà. Numerose le tematiche trattate, tra le altre: I Soci fondatori, onorari e istituzionali della Fondazione in Italia, in Cina e in Argentina (Giuseppe Portogallo, Imprenditore in Cina), Storia e futuro della fondazione (Nino La Spina, Direttore ICE a Pechino), Prospero Intorcetta, un Piazzese nella Cina del XVII sec. (M. Luisa Paternicò, docente di cinese alla "Sapienza" di Roma), la Personalità di Prospero Intorcetta attraverso lo studio grafologico dei suoi scritti (Jennifer Taiocchi, grafologa, docente nelle Università di Sicilia). L'Arch. F. Savoca e lo Scultore A. Salemi hanno illustrato i monumenti in pietra arenaria che saranno eretti davanti la piazzetta antistante la biblioteca e la chiesa di Sant'Ignazio e in Cina. Moderatore, l'Assessore alle Politiche sociali, il Prof. Sergio Severino.
Particolarmente efficace l'intervento della Prof.ssa J. Taiocchi, che, tra l'altro, confrontando i manoscritti di Intorcetta con quelli di Ignazio di Loyola, Albert Einstein e Papa Francesco, ha evidenziato che anche il missionario piazzese, traduttore europeo di Confucio, era fornito di ferrea volontà realizzatrice in una personalità protesa verso il futuro.
S. E. il Vescovo Mons. Rosario Gisana, S. E. il Prefetto, il Dott. Fernando Guida e il Sindaco, Dott. Filippo Miroddi hanno porto i saluti ai convegnisti. Insieme ad un folto pubblico di dirigenti, docenti delle scuole di ogni ordine e grado e professionisti di Piazza Armerina ed Aidone, che hanno seguito i lavori con attenzione ed interesse, erano altresì presenti i soci della Fondazione.
Il pubblico ha apprezzato, negli intervalli, i brani musicali, in latino, giapponese e francese, diretti dal maestro Walter Mannella. Gianluca Furnari ha eseguito al piano un brano della colonna socnora di E. Morricone, tyratto dal film "The Mission". Don Antonino Scarcione, invitato a trarre le conclusioni, ha fatto un rapido elenco di iniziative funzionali alle finalità istituzionali. Premio a personalità, distintesi nei rapporti Italia-Cina (Scrittori, giornalisti, uomini d'affari), a tesi di laurea, a componimenti nelle elementari, medie e superiori. Promozione di interscambio culturale Italia-Cina e viceversa. Rivisitazione della toponomastica, con eventuale intitolazione della piazzetta dove sorgerà il monumento a Prospero Intorcetta. Appello alla venuta di nuovi soci.
Dopo il ringraziamento alle autorità civili militari e religiose, ai presidenti delle varie associazioni, ai dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado, ha evidenziato il supporto organizzativo fornito dal presidente del Nobile quartiere Monte, F. Rausa, e della presidente e soci dell'Uciim, Prof.ssa M. La Malfa, ha concluso citando le parole della studentessa, Serena Riccobene, di Trapani, laureata con lode all'Università di Siena con la tesi sul gesuita piazzese, primo traduttore di Confucio "E' di grande onore per tutti noi siciliani sapere che delle persone illustri, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, quali i soci istituzionali, si siano presi cura di costituire una Fondazione dedicata al nostro Intorcetta, il 28/12/2007, per valorizzare la figura storica del grande gesuita, nonché per promuovere e valorizzare la realtà territoriale".

Don Antonino Scarcione

Gaetano Masuzzo/cronarmerina

sabato 22 agosto 2015

Convegno su Intorcetta

Lunedì prossimo, 24 agosto 2015, alle ore 18:00
si svolgerà presso il Museo Diocesano, accanto alla Cattedrale, 
un convegno dedicato al nostro concittadino gesuita 
Padre Prospero Intorcetta 
dal titolo

"Prospero Intorcetta S. J.
un piazzese nella Cina del XVII secolo"

Gaetano Masuzzo/cronarmerina

mercoledì 19 agosto 2015

1732 L'arcivescovo Matteo Trigona/2

Chiesa di Sant'Anna anni 30, inaugurata nel 1745
Per la preziosa collaborazione con l'architetto siracusano Rosario Gagliardi (1690 ca.-1762), il nome di mons. Matteo Trigona (1679-1754*), già canonico nella nostra Chiesa Madre, poi Abbate Commendatore della Basilica 'La Magione' di Palermo e, per questo, Deputato del Regno al XIII posto e Capo del Braccio Ecclesiastico del Parlamento Siciliano dal 1741 al 1746, lo troviamo menzionato in decine di progetti, consacrazioni e inaugurazioni¹ oltre a quello, ovviamente, relativo al proprio Palazzo² di Piazza che sorse a Est del Duomo all'inizio del Settecento in accordo col fratello minore, Ottavio VIII barone di S. Cono Superiore (1680-1757). Nella nostra Città nel 1742 (per altri il 21 ottobre dell'anno seguente) consacrò il Duomo, nello stesso anno inaugurò le facciate delle chiese di S. Stefano e di S. Francesco e nel 1745 inaugurò la chiesa di Sant'Anna (nella foto) che, in uno studio (Noto, marzo-giugno 2013) l'architetto palermitano Domenica Sutera³ presume sia stata opera proprio del Gagliardi o, quanto meno, sia stato l'elaboratore di un progetto di massima, e chissà se non ci sia stato un suo intervento anche nel grande Palazzo di famiglia. Nell'ottobre del 1747 mons. Trigona fu dimesso dalla carica vescovile probabilmente per motivi di salute, lasciando la sua Arcidiocesi di Siracusa il 6 maggio 1748. Ritiratosi a Piazza venne nominato arcivescovo titolare (non residenziale) di Iconio (oggi Konya, in Turchia). Morì il 29 giugno 1754*, all'età di 75* anni. Il suo funerale fu celebrato nel nostro Duomo, ove aveva chiesto di essere sepolto, con l'orazione funebre recitata dal Gesuita P. Saverio Vita*.

¹Chiese Madri di Militello in Val di Catania, Lentini, Vittoria, Riesi, Licodia Eubea etc.
²Il Palazzo probabilmente fu voluto dal padre Luigi (o Aloisio, 1650-1715) I barone nel 1693 di Imbaccari e Terra di Mirabella, ma portato avanti e realizzato dai fratelli Matteo e Ottavio nella prima metà del Settecento e non nell'anno 1690, riportato in alcuni testi, che li avrebbe visti appena fanciulli. Però, invece di prendere il nome di Imbaccari e Mirabella (per i baroni Luigi e Matteo) o di San Cono (per il barone Ottavio), il palazzo fu poi chiamato della Floresta perché il nipote diretto di Ottavio, Ottavio Maria (1733-1785), fondatore tra l'altro del centro abitato di San Cono nel 1784, sposò nel 1763 Girolama Ardoino e Celestre dei principi di Polizzi e dei marchesi della Floresta e loro due furono i primi ad abitarlo.
³Domenica Sutera è l'autrice de La Chiesa Madre di Piazza Armerina, Dalla riforma cinquecentesca al progetto di Orazio Torriani, Ed. Lussografica, Caltanissetta, 2010.
*La data della morte è stata corretta col 23 febbraio 1753, pertanto morì all'età di 74 anni. Per maggiori dettagli vedi il post "Data corretta per Matteo Trigona" del 3 sett. 2015. Nello stesso post si trovano altre notizie sul padre gesuita Saverio Vita. 

Gaetano Masuzzo/cronarmerina   

domenica 16 agosto 2015

1732 L'arcivescovo Matteo Trigona/1

Nel post dell'1 dicembre 2013, dedicato agli "ecclesiastici della Famiglia Trigona" avevo elencato gli appartenenti a questa antica famiglia piazzese che hanno ricoperto cariche ecclesiastiche a tutti i livelli. Fra questi ne avevo inserito 4 tra Vicari Apostolici, Vescovi e Cardinali. Oggi inizieremo a conoscerli un po' di più come al solito in maniera CRONOLOGICA, anche se le notizie sono risultate in alcuni casi frammentarie come nel caso di mons. Benedetto Maria Trigona della Floresta, vicario del Capitolo della Cattedrale che resse la Diocesi di Piazza dal 1867, anno della morte del IV vescovo mons. Cesare Agostino Sajeva, fino al 1872, anno di nomina del V vescovo, mons. Saverio Gerbino. 

L'arcivescovo Matteo Trigona Palermo (1679-1754*)


La prima figura è rappresentata da mons. Matteo Trigona (nella foto), maggiore dei tre figli del piazzese Trigona Luigi (1650-1715) I barone di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella, avuto dalla 1^ moglie, Palermo Prudenza dei baroni di Gallitano, sposata nel 1674. Il nome scelto dal padre era come quello del nonno, Matteo (n. 1632) IV barone di San Cono Superiore, e come il suo avo nato nel 1485, Matteo (nei documenti anche Giovanni Matteo) barone di Montagna di Marzo figlio diretto di Nicola capostipite dei Trigona di Piazza proveniente da Mazzarino e prima ancora da Mistretta. Matteo, nato nell'aprile del 1679, alla morte del padre divenne II barone di Imbaccari Sottano e Terra di Mirabella, ma rinunciò al titolo in favore del fratello Ottavio, quando, nel 1732, diventò Vescovo dell'Arcidiocesi di Siracusa subito dopo essersi laureato nell'aprile dello stesso anno in S. Teologia alla "Sapienza" di Roma. Anni prima, precisamente nel 1714, era stato tra coloro che erano fuggiti da Piazza per rispettare l'interdetto del vescovo diocesano Riggio, nella famosa controversia liparitana. Il suo nome è ricordato soprattutto perché i suoi 16 anni di apostolato lo videro impegnato nella ricostruzione delle chiese madri e di alcuni monasteri femminili della sua grande Diocesi, andati distrutti nel terremoto del 1693, servendosi quasi sempre della perizia tecnica e dell'affidabilità progettuale dell'architetto siracusano Rosario Gagliardi (1690 ca.-1762). (continua)

*La data della morte è stata corretta col 1753. Per maggiori dettagli vedi il post "Data corretta per Matteo Trigona" del 3 sett. 2015.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina
          
 

domenica 9 agosto 2015

Edicola n. 30

Questa è l'Edicola Votiva n. 30 ed è tra le più piccole e semplici del mio censimento. Si tratta dell'Edicola di via Seminario, dedicata alla Sacra Famiglia, a pochi metri dalla piazza Garibaldi e dalla chiesa delle Anime del Purgatorio. Infatti, la si scorge anche dalla via Umberto, specie di sera perché rimane illuminata. 
La via Seminario prese questo nome dalla II metà dell'Ottocento. Cioè subito dopo che il IV vescovo della Diocesi di Piazza, l'agrigentino Cesare Agostino Sajeva (1794-1867), ottenne il permesso nel 1859 di aprire il Seminario Vescovile (o Seminario Clericale) nell'ex convento dei Domenicani. Oltre all'autorizzazione, l'altro fattore decisivo fu la raccolta dei fondi a Piazza e in tutti i paesi della Diocesi, voluta dal Vescovo con l'istituzione di una Tassa Speciale pro Seminario.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina      

sabato 1 agosto 2015

Quando scappava negli anni 30 - 2


Il poeta-falegname Carmelo Scibona (1865-1939) ci fa sapere che sotto la croce della chiesa di San Pietro, ai suoi tempi, c'era un'altro orinatoio-vespasiano che aveva destato qualche perplessità, comunque sempre utile al "bisogno" per tutti, perché già allora era un posto molto frequentato dai vivi e, visto che proprio in quel sito si dava l'ultimo saluto prima di andare al cimitero, dai morti.  

U p'sciarò¹

A San Petru, sötta a crösg',
Gghj' mancava cöss' ssö,
E fra chjàcchj'ri e tra vösg'
Gghj'ànu fatt' u p'sciarò.
S' parröma d' v'rtà,
È nna gran cum'd'tà.

Cöss' è m-post' veramént'
Unna passa sempr' gént'.
Com' puru è d' cunfört
Quann' fanu mpénz' u mort'.
Siddu cöst' vô sbuttè
S' fa scénn' e pô p'scè...

Com' pìscia cö ch' mör'
Pìscia puru u muraör',
Pìscia pìscia l ing'gnér',
Segretari e rasgiunér'.
Siddu passa a via d' ddà
Piscia puru u Podestà...

Carmelo Scibona
 (U Cardubu, 1935)

(L'orinatorio - A San Pietro, sotto la croce, /Ci mancava questo solo, /E tra chiacchiere e dissensi / Ci hanno fatto l'orinatoio. /Per la verità, /E' una gran comodità. /Questo è un posto veramente /Dove passa sempre gente. /Come pure è di conforto /Quando fanno fermare il morto. /Se questo vuole svuotarsi /Si fa scendere e può pisciare... /Come piscia quello che muore /Piscia pure il muratore. /Piscia piscia l'ingegnere, /Segretario e ragioniere. /Se lui passa di là /Piscia pure il Podestà...).
¹E' il titolo, questa volta senza dieresi sulla "o" finale, che troviamo nel manoscritto originale dello Scibona su foglio singolo di carta commerciale.

(tratto da C. Scibona a cura di S. C. Trovato, I mì f'ssarì - U Cardubu, 1997, p. 412)
 Gaetano Masuzzo/cronarmerina