Il bersagliere Angelo Masuzzo, 1915 |
Il 24 Maggio 1915 l'Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria. Il nostro paese entra così nel vortice della Prima Guerra Mondiale, un vortice che in tre anni rischia di trasformarsi in una catastrofe militare, con la disfatta di Caporetto, e che solo l'eroica resistenza sulla linea del fiume Piave riesce a riscattare in modo vittorioso. Proprio all'epopea del Piave è dedicata la canzone patriottica di maggior successo nella storia italiana La leggenda del Piave o La canzone del Piave, canzone che fra il 1943 e il 1946 è anche inno nazionale provvisorio. A scriverla è il maestro Ermete Giovanni Gaeta (Napoli 1884-1961) che rinuncia ai diritti d'autore e anche a tutti i premi ottenuti dalla canzone (per lo più medaglie d'oro) in favore dei reduci e degli ex combattenti del Piave. Alla fine del conflitto Piazza contribuisce con il sacrificio di 270 soldati morti su un totale di 650.000 italiani morti. Tra i tanti che partono per il fronte, e i pochi che ritornano vivi, c'è mio nonno paterno, il bersagliere Angelo Masuzzo ('Ngiulìddu u bèrsaglier) classe 1893, del X Bersaglieri-Arditi. Porta con se il fucile che risulterà l'unica ricompensa (oltre alla medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto, dopo tanti anni) in quanto aspetterà invano il premio dell'assicurazione di 1.000 lire che sarebbe toccato a ogni reduce.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it
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