Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

sabato 11 maggio 2013

E chi p'gghiasti a gioia?!

Arrivati o ciángh' dî Buttièddi la processione di S. Filippo d'Agira faceva una sosta, prima di ritirarsi nella sua chiesa al Casalotto. Questa era l'occasione per assistere alla GIOIA (l'ultima fu fatta nel 2000). Questa consisteva in una gara per raggiungere i premi legati a un cerchio di ferro, posto in cima a un grosso e alto tronco d'arbra scurcià da B'ddëa di almeno 15 metri. I premi di solito consistevano in salami, salcicce, cöppi d pasta e qualche giocattolo. Ma il premio tipico e tanto agognato era a st'gghiöla, ovvero un manicaretto a forma di salsiccione costituito da buddella d'agnello involtate con altri ingredienti come fegatini d'agnello e formaggio. Il tutto era reso più difficile dal sapone, chiuddu mòddu, spalmato sul tronco già scurcià, ma che i più audaci riuscivano a scalare gettandoci della cenere che s'impastava facendolo diventare meno scivoloso. Dopo le prime fasi in cui i giovanotti provavano inutilmente da soli, prendendosi in giro a vicenda, si decidevano a mettersi d'accordo a gruppi di due o tre. Dopo tanti tentativi, accompagnati dagli immancabili fischi degli spettatori, che in cuor loro per invidia tifavano contro, qualche giovane leggero e magro, e in quel periodo non mancavano perché l'obesità era sconosciuta, riusciva a far man bassa di tutti i premi che doveva spartire, però, con gli aiutanti di cordata. Tra i più in forma era famoso un certo Stabu, abituato a salire sugli alberi aiutandosi cu a pastura (un pezzo di corda che di solito si attorcigliava alle caviglie dei quadrupedi per non farli allontanare dalla zona in cui brucavano l'erba). Tutto filava liscio a meno che la rivalità non li facesse litigare a tal punto da ostacolarsi a vicenda, prendendosi a colpi di premi e gettandosi la cenere in faccia, tanto da dover abbandonare l'impresa, tra la soddisfazione di tutti gli altri che assistevano. La felicità manifestata dai vincitori era tale che in città c'era anche questo detto verso chi la dimostrava anche in altre occasioni: "E chi p'gghiasti a gioia ?!". Gaetano Masuzzo/www.cronarmerina

2 commenti:

  1. Ricordo questo avvenimento, da ragazzo mi piaceva assistere alla scalata della gioia .Ai miei tempi si svolgeva nella piazzetta dei " buttigheddi" e se non ricordo male anche o "'ndrizzu" per il 3 di maggio. Tempi che furono .......

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  2. Anch'io ricordo con piacere a Gioia " e buttigheddi" e quanta gente vi assisteva partecipando con urla, schiamazzi e tante risate.
    L'evento chiudeva una bellissima giornata dando l'avvio all'ultimo tratto della più lunga processione di Piazza. Oltretutto quel giorno era anche il mio onomastico ed a casa mia ero il festeggiato.
    Bei tempi.

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