Vi ricordate il mio post del 5 gennaio "Quando scappava" dove parlavo dei "vespasiani" disseminati nella nostra Città. Ebbene dimenticavo di dirvi una notizia ripresa dal mensile "Focus STORIA". Vespasiano, imperatore di Roma tra il 69 e 79 d.C., è noto anche per aver imposto una tassa sull'urina raccolta dai privati. Questi ultimi, infatti, vi ricavavano l'ammoniaca che poi vendevano ai conciatori di pelli. Narra Svetonio che Tito, il figlio di Vespasiano, si lamentò col padre per la natura disgustosa della tassa lanciando alcune monete in uno degli urinatoi. L'Imperatore, dopo averle raccolte, le avrebbe annusate osservando che "pecunia non olet". La frase viene oggi usata per affermare che il valore del denaro non è intaccato dalle sue origini, quale che sia la sua provenienza più o meno lecita: politica docet.
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