Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola |
L'11 gennaio 1693 una fortissima scossa di terremoto distrugge la Val di Noto. Oltre 60.000 sono i morti, quasi il 20 % degli abitanti e 25 le città completamente distrutte. Quasi tutte queste città saranno ricostruite sulle loro rovine, mentre una diecina verranno tarsferite e rifatte ex-novo: i borghi di Ferla, Sortino, Ispica, Buscemi e le città di Noto, Ragusa, Avola e Occhiolà, che diventerà Grammichele.
A Piazza tra gli edifici che subiscono i danni maggiori ci sono il Collegio dei Gesuiti e la chiesa accanto di Sant'Ignazio di Loyola, che minaccia rovina tanto da fare abbattere completamente la facciata. La ricostruzione comporterà spese ingenti e i lavori saranno ultimati trent'anni dopo (1725). Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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