Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

giovedì 4 luglio 2013

A bumma d Catania - 2^ e ultima parte

Catania, anni '30
  
La bomba di mezzogiorno 2^ e ultima parte

Ma vediamola da vicino, questa bomba di mezzogiorno. Poiché una delle maggiori preoccupazioni degli amministratori comunali sembra sia stata quella di fornire l'ora agli amministrati (prima con le meridiane solari, poi con i grandi orologi pubblici), il Comune di Catania, per non esser di meno, pensò alla bomba di mezzogiorno come la più idonea messaggera dell'ora esatta e, nel 1918, affidò l'incarico di realizzarla a Francesco Viola, mago dei mascolari nostrani, il quale assieme a Giamora, ai Recupero, ai Lombardo, teneva alto il vessillo della pirotecnia isolana, in quei tempi ormai lontani. Stipulato il contratto col Comune, don Francesco si mise all'opera, obbligandosi di sparare la bomba alle ore dodici di tutti i giorni, escluso le domeniche e le feste comandate, dietro compenso annuo di lire quattromila. Così, piovesse o si bruciasse per il caldo, in maniche di camicia o incapottato, alle ore 11,30 di tutti i giorni il nostro uomo lasciava il suo lavoro o qualunque altra incombenza avesse per le mani, e si avviava di buon passo verso le sciare Curia (area del nuovo San Berillo) ov'era allogato il suo campo operativo. Ivi giunto, tirava fuori dall'apposita casedda la bomba di polvere nera, già confezionata, si accostava al grosso mortaio (15 mm. di diametro) interrato in quei paraggi, lo scoperchiava, vi calava dentro il petardo e, miccia alla mano, attendeva con lo sguardo rivolto a San Nicola (il monastero dei Benedettini era nel punto più alto della città). Quando, azionata dai tecnici dell'Osservatorio astrofisico, un minuto prima delle 12, la grossa palla di giunco scuro s'innalzava lungo il suo sostegno (un palo alto 3 metri) e appariva allo sguardo attento di don Francesco Viola, questi dava fuoco all'innesco, e la bomba detonava fragorosamente, mentre, a San Nicola, la palla segnaletica tornava di colpo alla base di partenza: era mezzogiorno in punto. Poi, don Francesco tornava alle sue polveri, ai suoi cartocci, alle sue girandole, e alla bomba di mezzogiorno non pensava più, fino all'indomani. (tratto da Catania romantica di Lucio Sciacca, L.I.S. S.r.l., Palermo, 1979) Gaetano Masuzzo/cronarmerina

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