Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

giovedì 29 agosto 2013

A meffa



La Meffa è uno dei giochi più semplici e tradizionali che esistono. In italiano corrisponde al gioco dell'inseguimento o acchiappino. Del termine meffa non sono riuscito a scoprire un bel niente, ogni volta che su google cliccavo "meffa" mi collegava al cantante Neffa. Chissà, forse è di origine araba o ha qualcosa in comune con la muffa, boh ?! Il gioco non ha bisogno di attrezzi e consiste nell'inseguire e nel toccare dicendo meffa al compagno, che una volta toccato lo sostituisce nel ruolo. Se lo si vuole più divertente e sfiancante basta aggiungere giocatori, senza limite di numero. Mi ricordo che arrivavo a casa così stanco e sudato che, per non farmi rimproverare da mia madre, dovevo aspettare qualche decina di minuti dietro la porta per riportare nei limiti fisiologici tutti i parametri. Esistono molte varianti, una tra le tante è quella che toccando il compagno questi rimanga bloccato e fermo come da un incantesimo (infatti si chiama all'incantesimo), che potrà essere sciolto solo se toccato da uno degli altri compagni ancora "disincantati", se non ci risescono: il primo a essere stato "incantato" prende il posto di chi rincorreva a "incantare". Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it    

15 commenti:

  1. Sintissi, signor lei detto Gaetano, ce la vuole finire?
    Ma cu ci lu porta, a sfruculiari ricordi ricordi?
    Senza cuntari ca l’urtima meffa te l’ho data attè e cill’hai ancora tu!
    Certu! Senza umbra di dubbiu e senza suli di camurrìa.
    Sicutamu!
    .
    Meffa
    "Ce l'hai tu... no te lho data…
    non m'hai preso... trallallà…"
    beddi tempi, strata strata…
    picciuttanza e libertà…
    .
    gioventù di fantasia
    d'apparenti eternità
    suli, incantu e magarìa
    c'assicutanu l'età.
    .
    Picciuttanza ormai luntana
    e compuru ancora cca
    cu ddu gruppu ca t'acchiana,
    biancu e nniuru, ca ci sta,
    .
    Tempi nostri, dill'aieri
    ca 'nchiuvatu arresta ddà
    ‘menzu a tutti ddi pinzeri
    d'innuccenza e santità
    .
    di cremalba e d'aria fina
    di spiranza a volontà…
    "Inginocchiati Santina
    lariuletta e lariulà…"

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  2. Complimenti sempre al Poeta !
    Riesce a toccare la parte più tenera del cuore, giusto dove dormono le emozioni della lontana infanzia; quella "cremalba" ( bianca ,rosa,verdina o beige!) li addolcisce ancora di più.
    Ne vogliamo parlare.....
    Silvana

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    1. A proposito della "cremalba" di mille colori: era venduta sfusa e spalmata sulla cartaoleata. Quasi quasi la sua bontà, dico quasi, superava la sempre amata e cara "mortadella".

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  3. Grazie, Silvana. Parliamone pure, perché il rimpianto di ciò che fu è ampiamente compensato dalla consapevolezza che allora non c’era. Epperò, ha quindi ragione chi afferma che, per poter apprezzare un qualcosa, devi prima perderla? Mah! Chissà chi è, che si diverte ad inventare sedicenti verità sittanto dolenti. Cheppoi, son verità, queste, che mi rimangono sullo stomaco e mi bloccano la digestione. Allora, forse è meglio non parlarne, Silva’, e continuare a vivere nonostante la vita. E con quest’ultima affermazione, adesso mi ci vorrà un buon mezz’etto di bicarbonato. Ciao, Silvana. Un abbraccio… nostalgico :-)

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    1. Giovà, detto Giò-metrico, questa volta ti sei superato, il che non è tanto facile. Ti ringrazio per la poesia... trallalleru e trallalà, grazzi Giovà !

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  4. Per i non addetti ai lavori si prega di spiegare con precisione che cos'è la "cremalba". Grazie.

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  5. E ciài raggione, Herald. I picciotti non possono conoscere, ma il mondo esisteva anche prima della nutella. Ecco, la cremalba era la nutella di allora. Di diversi gusti e colorazioni, era conservata in grossi contenitori e u putiaru la vendeva sfusa e a peso. Una prelibatezza. Giuru! Poi, condita di gioventù...
    Ciao, Herald. Salutamu e baciamo le mani, e a esposizione sempre.

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    1. Sì, ma perché si chiamava proprio "CREMALBA" ? La risposta stasera, al calar del sole !

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  6. A me piace pensare che veniva chiamata così,perchè:

    . alba: nasce con noi ( la nostra alba-età)
    . alba: solo di colore rosa , verde acqua,beige -giallino
    . crema: dolce, come la nostra infanzia,anni pieni di ogni cosa di
    sapore dolce: i giochi, la casa, la famiglia ......e la CREMALBA!
    silvana

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  7. Cara Silvana carissima, eppoi il poeta sono io! Bella e poetica e nostalgica, sta descrizione tua. E anche se Gaetano dovesse adesso dirci che si chiamava così perchè prendeva il nome del proprietario, noi faremo finta di crederci, e continueremo a tenerci stretto il nostro "a me piace pensare".

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  8. Cremalba nasce nella città di Alba inventata dalla famiglia Ferrero.

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    1. Ebbene sì, siccome la fabbrica della Ferrero è ad Alba (pro. di Cuneo in Piemonte), come si poteva chiamare un'ottima crema di questa ditta: CREMALBA.

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  9. Beh, e allora possiamo dire di averla scampata bella. Ma pensa tu, che gioventù devastate, le nostre, se l’avessero fatta in un altro paese e si fosse chiamata crem-azzone, o crem-caccamo, o crem-ingria.

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  10. credo che nutella derivi da nuts(in inglese nocciole) e poiché durante il fascismo era vietato usare le lingue straniere la crema alba non si sarebbe mai potuta chiamare cosi! Poi dopo la guerra...

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  11. Componimento fervido e audace.. ma soprattutto genuino.. Complimenti!

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