Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

sabato 7 settembre 2013

Aspettando il nuovo Vescovo / 7


Il VII vescovo di Piazza dal 1903 mons. Mario Sturzo nella Casa degli Oblati

Nel settembre 1903 fece il suo solenne ingresso in Città il VII vescovo, mons. Mario Sturzo di Altobrando, nato a Caltagirone nel 1861. Fratello maggiore di Luigi, futuro fondatore del Partito Popolare Italiano nel 1919 e della Democrazia Cristiana nel 1946 il nuovo vescovo si rivelò un filosofo geniale, dottissimo, studioso instancabile, ascetico e saggio. Inoltre fu maestro impareggiabile dei suoi Sacerdoti e pastore autorevole dei suoi Fedeli. Il Seminario sotto la sua personale direzione divenne un centro di studi teologici, famoso in tutta la Sicilia e fuori. Per la formazione permanente del clero fondò nella Diocesi la Congregazione sacerdotale degli Oblati di Maria: i Sacerdoti diocesani, che aderirono alla Congregazione sull'esempio di quelli voluti da S. Carlo Borromeo, si legarono al Vescovo, che li guidava nella formazione spirituale, con il voto d'obbedienza, pertanto il Seminario Vescovile diventò anche la Casa degli Oblati. Durante la sua guida il Vescovo restituì alla Città alcuni ordini religiosi quali le Suore di Maria Ausiliatrice nell'Ist. "Trigona di Gerace", le Suore del Boccone del Povero nell'Ist. "La Malfa" e le Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù. Creò un Liceo Classico che volle dedicare al nostro Padre Gesuita Prospero Intorcetta. Scrisse molti libri di filosofia e nel 1931 fu costretto dalla Congregazione del Tribunale del Sant'Uffizio a ritrattare tutte le sue opere filosofiche espresse nella Rivista di Autoinformazione e in decine di pubblicazioni, nonostante che la media delle presenze dei suoi seminaristi oscillasse tra i 150 e i 170. Nel 1939, quando Benito Mussolini, venuto in Sicilia, si fermò a Piazza per visitare la tomba del gen.le Antonino Cascino, il nostro Vescovo non si mosse dal vescovado. Amò Piazza come sua seconda patria, lasciando alla sua morte, avvenuta nel novembre del 1941, tutti i suoi beni al nostro Seminario. Nella nostra Città gli è stata intitolata una via. Gaetano Masuzzo/cronarmerina    

► Si ringrazia Tanino Santangelo per la rarissima foto concessa al blog che, tra l'altro, ci ricorda che la poltrona su cui è seduto il Vescovo nella foto oggi si trova nella chiesa di Sant'Ignazio.

8 commenti:

  1. ... e fu così, grazie a lui e al fratello minore che Castrogiovanni si ritrovò purtroppo e a sua stessa insaputa, capoluogo di provincia. Veramente un bel regalo da parte del dottissimo filosofo!

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    1. Tex,invece, sarebbe stato meglio avere come Vescovo un ignorante e, per giunta, fascista! Così avremo avuto la provincia, che poi avremmo amministrato bene come abbiamo amministrato bene il comune e altri Enti, come l'ospedale, l'univesità etc. etc.

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  2. Bravo Gaetà. Bella risposta. Certo che Enna come capoluogo di provincia fa proprio piangere. Concordo sul fatto che se fosse stata Piazza, Provincia, le cose non sarebbero cambiate molto. Avremmo avuto al mattino molti ennesi che sarebbero venuti a lavorare a Piazza invece che al contrario. Tra Enna e Piazza c'è sempre stata questa rivalità ed è la solita guerra tra poveri. Certo che far parte anche della Provincia di Caltanissetta non è che le cose sarebbero migliorate molto. Basta guardare la qualità della vita degli abitanti di queste due provincia e poi il pianto potrà continuare all'infinito.

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  3. Eh, è dura trovare un punto di incontro tra intransigenza e condanna assolute e accettazione per amor di convivenza. Certo, considerando che Benito avesse una estrema necessità di venir riconosciuto e legittimato dalla chiesa, e soprattutto se pensiamo a cosa sarebbe poi diventata la democrazia cristiana, forse un maggior pragmatismo e l'uscir dal vescovado per accogliere quel duce che raccoglieva un immenso consenso, fieri e non servili, avrebbe potuto cambiar la storia nostra. Ma del senno di poi...

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  4. Ancora una volta (forse si tratta di empatia) Giovanni Piazza coglie l'essenza del problema e mostra grande equilibrio nell'esprimere il suo giudizio. Nel mio intervento, per brevità non avevo fatto cenno alla democrazia cristiana che invece Giovanni cita come esempio di scempio compiuto dal piccolo Sturzo. Certo non avrebbe mai potuto immaginare che tra i suoi nipotini avremmo avuto i Lima, i Ciancimino e "robetta" simile ma tant'è, se invece di partorire il partito popolare si fosse limitato a dire messa e ad impartire benedizioni certamente l'Italia avrebbe avuto un'altra storia, magari peggiore, ma senza balene bianche tra i piedi e senza morti appesi sotto i ponti di Londra.
    Non ho mai inteso affermare che un vescovo ignorante sarebbe stato migliore di uno filosofo (ricordo per inciso che la filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale, nella vita degli uomini non cambia assolutamente nulla).
    Volevo invece evidenziare che l'intrusione costante, perversa e interessata della chiesa (minuscolo voluto) nella politica ha sempre portato a risultati positivi solo per lo Stato del Vaticano.
    Vogliamo ricordare la vendita delle indulgenze un tanto al chilo? E le stragi dei nativi ad opera dei religiosissimi spagnoli nel Nuovo Mondo fatte con la benedizione di santa romana chiesa? Il famigerato IOR che con le opere di religione c'entra come il cavolo a merenda? Le crociate che con la scusa del santo sepolcro servivano a sistemare qualche figlio di papa o di imperatore?
    Insomma, voglio dire, che tanto più la chiesa starà lontana dalla politica e tanto meglio sarà per tutti. Infatti questa (la politica) è un verminaio talmente purulento che più riesci a starne lontano e meno rischi di insozzarti.
    Desideravo, io che non sono piazzese e sono costretto a vivere ad Enna (uno schifo) fare un complimento alla vostra splendida cittadina ma sono costretto ad osservare, con estremo dispiacere, che come tanti Tafazzi amate martellarvi gli zebedei da soli. Contenti voi!
    P.S. Gaetà, tanto per capirci, non siete voi che avete male amministrato l'Università e l'Ospedale, ma sono i vostri amici ennesi che ve li hanno sfilato da sotto il naso con l'accondiscendenza i quei quattro ineffabili politici ai quali avete affidato la vostra sorte. Questa è la vostra vera colpa. Provate a vedere cosa sta facendo il sindaco di Nicosia in questi giorni per tentare di salvare il tribunale della sua cittadina e provate a pensare che cosa ne sarebbe stato del vostro ospedale e della vostra università se i vostri rappresentanti avessero fatto lo stesso.

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  5. Empatia, empatia
    per piccina che tu sia
    tu mi sembri una magia
    che rilega Tex a mmia
    con speranza ed acribia
    che quel Tex… femmina sia.
    Essennò, pacinzia e via
    si continua in simpatia.
    Ciao, Tex e intera compagnia
    (Ciao, Lucia ;-) )

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    1. Mi spiace deluderti caro Giovanni ma come nickname impone appartengo al sesso maschile. Sai, quello vessato e reso schiavo dalle donne che poi "sconquassandosi" dalle risate, amano definirsi sesso debole.
      Infatti, nel tentativo di trovarne una gentile e compassionevole ne ho conosciute (lo dico in senso biblico) tantissime. Alla fine me la sono sempre dovuta dare a gambe levate. Ma vuoi mettere la soddisfazione?

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  6. La soddisfazione di averle biblicamente conosciute, o quella del darsela a gambe? In ogni caso, una bella soddisfazione, anche se, dopo averle conosciute biblicamente, non è facile trovar la forza di darsela a gambe levate. E sarà l'età, ma almeno una mezz'oretta di riposo mi ci vuole, ammè. Comunque, debole più o meno che sia, è sempre il sesso che preferisco, eccosì penso sia anche per te. Tanti auguri, allora, Tex. A te e... alla velocità delle gambe nostre.

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