Platia nel 1600, particolare del dipinto di S. Andrea Avellino, Pinacoteca Comunale |
1 - Don Mariano Restagno fu il primo a fare testamento pro-legati nel 1571 lasciando 10 Onze* all'anno. Un membro della sua famiglia, di origini lombarde venute in Sicilia nel XIII secolo, Giacomo de Ristagno, era iscritto alla Mastra Nobile della nostra Città a metà Cinquecento. Il titolo di "don" ci fa supporre che sia stato o un nobile o un religioso, comunque una persona facoltosa degna di rispetto.
2 - Beatrice Cremona lasciò 11 Onze all'anno e apparteneva a una famiglia nobile originaria di Messina. Gli appartenenti a questa famiglia nella nostra Città sono ricordati per le volontà testamentarie che arricchirono il patrimonio della Chiesa Madre nel 1600 (migliaia di Onze da Vincenzo Cremona** seconda metà del secolo) e per le badesse nell'ambito delle Benedettine nei monasteri piazzesi di Sant'Agata e di S. Giovanni Evangelista, pertanto è plausibile che Beatrice provenisse da quest'ambiente.
3 - Cl. Don Marcello di Modica lasciò nel 1580 10 Onze all'anno come Legati di Maritaggio per le fanciulle orfane. Anche lui apparteneva a una nobile famiglia, venuta in Sicilia col Conte Ruggero il Normanno dalla Francia settentrionale, che ottenne l'investitura della contea di Modica dalla quale trassero il nome (anche Moac dall'arabo Mohàc). Nella trattazione delle famiglie nobili di Piazza troviamo diversi nomi di questa famiglia nel Cinquecento, per esempio nel 1520 Giovanni Antonio de Modica-Villardita barone di Bessima e il fratello Pietro barone dei Salti dei Mulini. Il titolo di don viene preceduto dall'altro di clarissimo probabilmente perché si trattava o di un professore universitario o semplicemente di una persona molto illustre. (continua)
*Un'Onza al cambio odierno varrebbe intorno alle 150 €.
**Forse è lo stesso Dott. Cremona riportato dal Villari nel suo volume Storia della Città..., 1981, a p. 367, quando parla di un fatto accaduto nel 1638.
**Forse è lo stesso Dott. Cremona riportato dal Villari nel suo volume Storia della Città..., 1981, a p. 367, quando parla di un fatto accaduto nel 1638.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
Bella ed apprezzabile l'idea di non limitarsi ad un elenco di nomi dei benefattori,ricostruendo invece di ognuno di essi una breve storia che dà loro una precisa identità di uomini realmente vissuti ed operanti nella storia della CITTA',nella sua quotidianità;pare così di averli sempre visti e conosciuti, come persone in carne ed ossa.
RispondiEliminaE' proprio questo il mio intento. Buona lettura.
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