Queste sono due foto della stessa manifestazione: l'inaugurazione alla stazione dell'arrivo della ferrovia a Piazza il 7 Settembre del 1920. Mentre la foto in alto con la visuale più ravvicinata, è anonima, quella in basso porta chiaramente la firma dell'autore Foto Caponetti, per la precisione Angelo Salvatore Caponetti, conosciuto anche come "u mutu", in quanto sordo e muto. Quella in alto è dell'altro fotografo più famoso, ma sempre piazzese, Antonio Balbo, nato il 24 Febbraio 1888 e morto il 2 Settembre 1957. Del primo sappiamo che era nato a Piazza il 30 Giugno 1893 da Francesco Caponetti e Fortunata Allegra. Sposatosi nel 1916 con Ermenegilda Caponetti (forse una cugina) emigrò per breve tempo nel 1936 a Tripoli, per poi trasferirsi definitivamente nel 1950 a Torino, dove morì il 4 Gennaio 1963. La sua abitazione, dove c'era anche l'attrezzatissimo laboratorio fotografico all'ultimo piano, era in via Commenda 6 (oggi via Pietro Cagni), l'ultima traversa a sx della via Garibaldi. I due eccellenti fotografi erano quasi coetanei ma a noi sono rimaste soltanto tantissime foto di Balbo, tante da poterne fare alcune mostre. Antonio Balbo era sposato con Amoroso Elvira e il suo studio prima era in via Marconi 40 (oggi gioielleria Barbera) poi si trasferì in via Umberto 68 (dentro il cortile). Nel 1938 si adoperò con le sue foto per far conoscere i mosaici ritrovati alla Villa Romana e incentivare così ulteriori campagne di scavi, opera iniziata nel 1929 dal prevosto della Cattedrale Egidio Franchino e dal sacerdote prof. Filippo Piazza, e continuata dall'avvocato Antonino Arena nel 1945. Grazie alle foto di questi due fotografi, di cui ora sappiamo qualcosa in più, possiamo a distanza di un secolo conoscere com'era la nostra Piazza e i vizi e le virtù dei nostri avi, che poi sarebbero anche i nostri di oggi. Col passare degli anni, tra i fotografi che immortalarono generazioni di piazzesi, ricordiamo il sig. Commendatore e suo fratello con lo studio in via Roma, Totò Macrì a Sètt Cantunèri, Giuseppe Arena di Aidone in via Garibaldi, ma che aveva iniziato lavorando come ritoccatore di lastre da Caponetti, Malfa in via Garibaldi che aveva preso il posto di Arena che si era trasferito nella stessa via più in alto, Cascino allievo di Commendatore, Gioacchino Minuto (1894-1970) con lo studio, dove scattava foto con lampo al magnesio, in via Mazzini e l'abitazione in via Santangelo e Bruno Battacchi, prima di fronte la villa Garibaldi e poi in piazza Gen.le Cascino. Il Commendatore il più delle volte, come studio usava la piazzetta accanto alla cancellata quasi di fronte l'edicola della Madonna di via Roma. Le foto, specie quelle in primo piano per i documenti, quasi sempre si effettuavano o in mezzo alla via o in cortile per avere più luce, e dietro ai soggetti u carùsu aiutante-fotografo di turno stendeva come sfondo una tela nera, mentre u màstr armeggiava dietro al treppiede. Gaetano Masuzzo/cronarmerina
Sicuramente questi fotografi avranno lasciato archivi ricchi di fotodel passato,spero non distrutti, sarebbero interessanti sia per scoprire Piazza com'era e soprattutto gli usi e costumi dei piazzesi nei momenti importanti da immortalare : comunioni cresime e matrimoni .
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