Il sig. Lo Presti u r'cuttér |
Non si poteva concludere l'argomento fascèdda o cavagnèdda pa r'cöita senza ricordare l'ultimo nostro R'CUTTÈR che si è visto per le vie del centro storico. Era il signor Lo Presti il cui disegno è riportato nel Calendàri â ciaccësa di L. Todaro. Io lo ricordo perfettamente così, con la sua bisaccia stracolma di fascèddi piene di ricotta fresca, profumata e morbida come il velluto. Il disegno è accompagnato dalla poesia, piena di rimpianto e con un pizzico di nostalgia del poeta Gioacchino Fonti (Caltanissetta 1926 - P. Armerina 1994), a lui dedicata e che riporto con piacere qui sotto:
U r'cuttè
Quann, a cent'anni, tu non sênti ciù
dda vösg che va e vëngh p'agn via,
dâ matt'nàda nfinâ vemarìa,
griànn U r'cuttè...! u sai cu fu.
U r'cuttèeee...! Lo Presti, u r'cuttèr
ch' cu a b'sàzza ncödd e i fascèddi,
t' sförna dintra û piatt i r'cuttèddi
ten'ri ch ggh' scöla ancòra u ser...
L'urt'm r'cutter. Nô savè,
figghi dî figghi mi, cö ch' p'rdè!
Gioacchino Fonti
Gioacchino Fonti
Questa non è (come erroneamente detto da qualcuno) una foto ma bensì un ritratto fatto proprio dal prof. Fonti. Ricordo di aver visto anche il ritratto di " Santu u caià "...
RispondiEliminaL'autore sempre il prof Fonti.
Infatti, io ho parlato di disegno, ovviamente fotografato dal calendario "â ciaccësa".
EliminaRicordo perfettamente "u r'cuttè", da bambino quando giocavo sul balcone sentivo la sua voce, il suo richiamo e mi affacciavo a guardare quel signore che passava. ricordo inoltre con quale maestria depositava la ricotta dalla fascèdda al piatto, e che profumo, ancora calda.
RispondiEliminaGrazie per aver risvegliato questi ricordi
Giuseppe Diana
Che dire,Pino Diana dice il vero,era bellissimo vedere il modo come faceva scivolare la ricotta nel piatto che a guardare sembrava facile,ma credetemi non è così.Grande uomo.
RispondiEliminaSe ci si pensa un po', ogni azione che compivano gli artigiani di una volta sembrava facile ad eseguirla. Ma poi se si prova a copiarla vengono a galla tutte le difficoltà, specie oggi che tutto è già pronto e si preferisce gettare quella cosa invece di aggiustarla, perdendo l'abilità delle nostre mani. Non per nulla nel termine "artigiano" c'è di mezzo la parola "arte"!
Eliminaper noi ke siamo le nipoti è un'emozione vedere i vostri commenti sulle azioni di nostro nonno essendo noi troppo piccole da ricordare il suo mestiere e i suoi gesti
RispondiEliminaMonia ed Erika
Carissime Monia ed Erika era proprio questo il vero intento del mio blog: provocare emozioni ormai scomparse o sopite riproponendo storie di concittadini che non ci sono più, ma che in noi, inconsciamente, hanno lasciato tracce positive indelebili. In questo momento difficile, superficiale pieno di "fiction", ricordare qualche bello esempio che si è avuto in famiglia dà una forza incredibile, altro che "reality" usa e getta !
EliminaEra il Giugno del 1991 quando ho lasciato Piazza Armerina, sono passati molti anni ma tra i ricordi che mi riportano alla mia infanzia piazzese quello del Sig. Lo Presti è sicuramente il ricordo più vivido e direi indelebile della mia vita. Leggendo questo Blog mi avete fatto risentire il profumo che emanava quell'uomo e le sue "Fascedde". Non so se avete mai letto il libro di Patrick Suskind intitolato "Profumo"
RispondiElimina« Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l'amore dall'odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini. »
Ecco, credo di avervi trasmesso come il Sig. Lo Presti è presente ancora nei miei ricordi attraverso il suo Profumo!
Grazie
Lorenzo, e che ne dici del gusto particolare di cèuzzi rössi appena raccolti dall'albero, col rischio di rompersi l'osso del collo, e con la bocca, le mani e le braccia tutte "insanguinate" ? Se l'albero era du zìu stranu: mégghiu ancöra !
Eliminacaro masuzzo manca un'altra foto importante vedi se riesciatrovare quello che vendeva la granita "il signor conti
RispondiEliminaIo ci provo, ma sarà difficile !
EliminaVolevo ricordare ad alcuni che u r'cuttèr ambulante che girava per le vie della città con le bertole in spalla,oltre la ricotta fresca
RispondiEliminaaveva delle foglie grandi(di fico o uva?)ove faceva scivolare dolcemente a r'cuttèdda quando il cliente era sprovvisto del solito piatto.
Grazie sell'aiuto solerte ciao silvio
E' vero. Era raro, ma certe volte si vedeva questa operazione fatta con estrema maestria, quasi da prestigiatore. Bravo Silvio sia per il ricordo del particolare che per esserci riuscito. Al prossimo commento. Ciao
EliminaVolevo ricordare a Rodolfo Carcione che all'angolo sotto casa sua in p.zza Garibaldi ,esponevano il programma giornaliero dell'Opera deiPupi con delle locandine fatte dal sig Parasole .
RispondiEliminaAi lettori un ciao silvio mercato
Volevo aggiungere al mio commento una precisazione che,le locandine del programma serale venivano disegnate e scritte direttamente dal sig.Parasole.
RispondiEliminaSarebbe eccezziunale veramente se si trovasse qualche esemblare.
Il teatrino dell'opera dei Pupi si trovava dietro la pescheria di s.Rosalia(largo monte dei presti o pegni?),poi trasferito in via Umberto fino alla chiusura definitiva(siamo negli anni 40).
Ai piazzesi vicini e lontani un salutone silvio mercato.
Silvio, a proposito vai sul mese di gennaio e clicca sul post "L'Opra i Pupi". Ciao
EliminaRicordo perfettamente tutti i quadri del prof. Fonti,dedicati ai personaggi della nostra città. Santu, Sig. Lo Presti, Una signora che andava in giro con della " lannette" etc.
RispondiEliminaUno in particolare mi colpì, il gesto dell'ombrello di Santu con 6 dita. Potete chiedere ai figli.
Totò Trumino