Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

giovedì 25 aprile 2013

Sodalizio degli Staffieri-Servitori


Via Misericordia, in una delle porte a dx (n. 47) l'ex chiesa
Ho parlato già dei mezzi di trasporto di una volta e senza dubbio i quadrupedi ne erano alla base. Senza un asino o un mulo si era letteralmente appiedati. Non parliamo dei cavalli perché, contrariamente a quello che si vede nei film d'epoca, erano rari e se li potevano permettere solo i ricchi, i nobili e gli alti gradi militari. I fortunati che potevano contare su questi animali andavano incontro a tante spese di "manutenzione" e tra queste c'era il mantenimento dei servi che, in un modo e nell'altro, erano addetti al "funzionamento" del mezzo. Il cavaliere nelle sue attività civili e militari veniva affiancato da un servo che si prendeva cura di lui, delle armi e del cavallo: lo scudiero. Quando in Europa venne introdotta la staffa intorno al 500 d.C., già inventata almeno tre secoli prima in India, ne migliorò l'equilibrio e la stabilità, rivoluzionando soprattutto il modo di guerreggiare potendo caricare il nemico senza essere disarcionati. A questo punto lo scudiero prese il nome anche di staffiere, incaricato di reggere la staffa al signore nel momento in cui questo saliva a cavallo e di seguirlo poi camminando a piedi accanto alla staffa (ed ecco pure il nome di palafreniere, cioè che aiutava a guidare e frenare il mezzo). Quando gli spostamenti iniziarono a essere compiuti anche a bordo di vetture, lo staffiere divenne il servo che accompagnava il signore sulla vettura, per questo veniva chiamato anche famigliare o servitore. A Piazza intorno al '500 gli staffieri e servitori per aiutarsi reciprocamente diedero vita al loro Sodalizio sotto il titolo di S. Leonardo. Il Santo protettore non venne scelto a caso. Infatti, San Leonardo, che era stato un abate francese visssuto all'incirca tra il 496 e il 550 d.C., per aver contribuito nella sua vita alla restituzione della libertà a molti prigionieri, era considerato il patrono dei carcerati e dei fabbricanti di catene, fibbie, fermagli e degli accessori (finimenti) indossati dai cavalli durante il loro uso, perciò anche degli staffieri. La sede dove erano soliti riunirsi era la chiesa di S. Bernardino in via Boscarini (?) al Monte. Successivamente, forse perché trasformata in abitazione, il sodalizio si trasferì nella chiesa di S. Maria della Misericordia, nell'odierna via Misericordia (nella foto, anch'essa poi trasformata in abitazione). Per esserci un Sodalizio, gli staffieri dovevano essere numerosi, confermando così l'alto numero di nobili presenti nella nostra Città che se li potevano permettere (nel 1600 c'erano 4 conti e 39 baroni). Quando diminuirono i nobili con le loro ricchezze e iniziarono a circolare altri mezzi, gli staffieri scomparirono del tutto, lasciando il posto ai meno costosi sgabelli o panche d puntàggh di cui vi ho già parlato lo scorso 8 aprile. 

Gaetano Masuzzo/cronarmerina

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