Il dipinto "Ruines de Gela" di Houël rappresentante i ruderi della Villa Romana |
Considerazioni del Prof. I. Nigrelli - 2^ e ultima parte
"E' chiaro che certe cose le riferisce per sentito dire, non per averle viste, mentre quando scrive di ciò che ha visto personalmente non sbaglia, come quando scrive che l'antica Gelentium era attraversata dal fiume Giaccio (cioè fiume Giozzo, come si chiama la prima parte del fiume Gela più vicina alla città) e che essa distava da Piazza tre miglia, come aveva scritto Fazello e che è esattamente la distanza che corre tra il Casale e la città. E se, a confermare il fatto che egli vedeva nelle rovine del Casale i resti di Filosofiana de Gelesi e quindi della Gela mediterranea ipotizzata da Cluverio e sostenuta entusiasticamente da Chiarandà, non bastasse la descrizione che fa dei ruderi emergenti dal noccioleto, c'è il disegno "Ruines de Gela" che ha lasciato in due diverse redazioni, una conservata all'Ermitage e l'altra al Louvre; di tali ruderi la poco scrupolosa redattrice del catalogo parigino, Madeleine Pinault, scrive che esse si trovano addirittura a Licata, mentre la redattrice russa del catalogo italiano, Assia Kantor Gukovskaya, leggendo più attentamente il testo di Houel, giustamente li colloca nei dintorni di Piazza. Fu in seguito ad una mia visita al Louvre del 1990 che mi convinsi che nel disegno era rappresentato l'acquedotto della villa romana del Casale e pubblicai questa mia scoperta nell'aprile del 1991 nel n° 1 della rivista "Sicilia illustrata" con il titolo "Houel, Gela mediterranea e la villa romana di Piazza Armerina", riprendendo l'argomento nel luglio dello stesso anno nella rivistina piazzese "O. C." con il titolo "Il tesoro sotto i noccioli"; l'allora dirigente della sezione archeologica della Soprintendenza ebbe copia di tali riviste ma, quando organizzò questa discutibile mostra fotografica in una sala della villa, espose il disegno di Houel, ma si dimenticò di citare chi gliel'aveva fatto conoscere.
Chiudo questa divagazione leggendo il gustoso quadretto di vita, cui assistette durante la sua visita a Piazza e che ci fa conoscere una Sicilia ancora del tutto priva di strade, in cui non esistevano nemmeno carretti e i signori potevano usare le carrozze solo nelle principali città dell'isola, mentre per viaggiare da una città all'altra si andava a dorso di mulo o cavallo e le signore andavano in lettiga."
*Le Traduzioni e le Considerazioni sono state tratte "Dalle relazioni dei Regi Visitatori a quelle dei viaggiatori di commercio" sul sito web.tiscali.it/università popolare, 1999, Ignazio Nigrelli/Università Popolare del Tempo Libero Ignazio Nigrelli di Piazza Armerina.
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