Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

giovedì 6 novembre 2014

L'accesso al credito a Piazza-1




Le Bollette del post di giorno 25 ottobre, mi hanno dato lo spunto per parlare dell'accesso al credito nei secoli passati dei Piazzesi indigenti. Questi avevano poche possibilità per sperare in qualche anticipo conveniente per risolvere qualche loro problema contingente. Oltre alle vie normali dei prestiti familiari, degli amici e, purtroppo, degli immancabili usurai, i cittadini avevano altre opportunità potendo contare, nell'arco di 5 secoli, su 4 istituzioni: il Monte di Pietà, il Sodalizio degli Artigiani, la Cassa delle Benedettine e il Monte di Prestami di cui vi parlerò nei prossimi post, mentre oggi parleremo dell'usura, pratica severamente vietata dalla Chiesa e, quindi, svolta dagli ebrei che prestavano denaro un po' a tutti: ai governi per i loro eserciti e le loro funzioni, ai nobili per i loro lussi e alle classi più modeste, artigiani, contadini e perfino alle abbazie e ai conventi.
Era considerata usura ciò che il prestatore riceveva in più dal debitore rispetto al capitale dato. I banchi di prestito dove ci si poteva rivolgere erano gestiti quasi esclusivamente da ebrei a tassi che potevano raggiungere il 20-30%, mentre quelli dei Monti di Pietà raggiungevano al massimo il 5-6%. Il perché questi banchi di prestito erano gestiti esclusivamente da ebrei è riportato qui di seguito, tratto da una tesi di laurea discussa all'Univesità di Napoli: "Per legge, gli ebrei potevano soltanto esercitare taluni mestieri manuali, quali quelli dell'artigiano, alcune occupazioni del settore terziario, ma non potevano svolgere alcuna libera professione, salvo quelle di medico, prestatore di denaro, coniatore di monete e importatore di spezie... Anche se il mestiere di usuraio non era scevro da gravi pericoli, sia per l'incerto status sociale dei giudei, sia perché i debitori spesso tendevano a sottrarsi ai loro impegni contrattuali fomentando l'antisemitismo e le persecuzioni razziali, gli ebrei avevano buoni motivi per farsi usurai. Anzitutto, non essendo cristiani e non potendo sperare nella salvazione, non erano toccati dal divieto della Chiesa e non avevano nulla da perdere; in secondo luogo, soggetti com'erano a persecuzioni, sopraffazione e soprusi d'ogni genere, erano naturalmente portati a scegliere un mestiere i cui profitti fossero facili a nascondersi e a trasferirsi... Gli ebrei, esercitando l'usura, soddisfacevano un bisogno reale della società, in un'Europa che stava passando da un'economia di mera assistenza a un'economia che richiedeva un maggiore uso di denaro, bene che allora era assai scarso." Gaetano Masuzzo/cronarmerina

*Di tutte le 4 possibilità dell'accesso al credito ve ne parlerò nei prossimi giorni*

1 commento:

  1. Ritengo valida ed appropriata l'impostazione dell'argomento nel suo complesso;corretto
    parlare prima dell'usura e solo dopo degli altri,più o meno caritatevoli, accessi al credito.
    Infatti,come si intuisce bene dal post,per lunghissimi anni servirsi dell'usura,in un'economia non fiorente dove la quantità di moneta circolante era assai ridotta,finì per essere una reale opportunità o almeno probabilità di crescita;purtroppo però essa finì per toccare i limiti della spietatezza e rendere inevitabili altri metodi.
    P.S. So di non dire nulla di nuovo rispetto a quanto ben spiegato nel post;volendo,però,
    scansare equivoci a proposito della parola SPIETATEZZA,mi sembrano opportune queste poche considerazioni in merito : non è difficile diventare usurai,anche spietati,
    quando questi uomini ghettizzati,a cui era vietato anche il possesso di beni immobiliari come la terra,e,come sostiene qualcuno, non avendo altre ricchezze fondamentali,come per es. una patria propria,cercavano sicurezza altrove. E quella del denaro ben gestito è una ricchezza formidabile.

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