Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

venerdì 28 novembre 2014

Edicola n. 3

Questa è l'Edicola Votiva in ottime condizioni di via Madonna Addolorata che fa da crocevia alle vie Miraglia e Cappella S. Giuseppe. Inoltre si trova a pochi passi dalle vie Mazzini, Crea e Castellina. Dietro i vetri s'intavede un quadro che ricorda il dolore della Madre di Cristo che tiene tra le braccia il figlio appena sceso dalla Croce. Non so se è la via Madonna Addolorata a prendere il nome dall'edicola o viceversa. Forse anticamente nei pressi c'era una chiesetta con questo nome, ma io in tutti i testi consultati per formulare l'elenco delle 100 chiese della Città non ne ho trovato traccia. Come si vede nella foto sembra la finestra dell'abitazione che ha l'entrata dalla porta sottostante, dalla larghezza di quasi un metro, quanto la parete del muro frontale della casa. Questa era una delle vie da me percorse negli anni 60 per andare all'Azione Cattolica che si svolgeva nella chiesa di Santa Veneranda, quando c'era mons. La Verde e, proprio lì vicino l'edicola, l'abitazione della signorina Nicotra, che ci teneva le lezioni di catechismo quando si era fiamma bianca, verde e rossa. Le Azioni Cattoliche, importantissimi luoghi di aggregazione giovanile che ricordo con grande piacere.  
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

11 commenti:

  1. La foto ed il commento hanno risvegliato in me bellissimi ricordi. Ora ho da farle, egr. Prof., alcune domande: 1 - Che fine ha fatto la chiesa di Santa Veneranda? Chi c'è al posto di Mons. La Verde? E della signorina Enza Abate (mia catechista) cosa mi dice? Come si chiama la stretta via in salita che si trova a sinistra della chiesa?
    Ne avrei altre decine, ma mi fermo qui! Grazie.

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    1. La chiesa è rimasta chiusa qualche anno per il restauro del tetto che aveva ceduto per infiltrazioni. Adesso si vedono soltanto le impalcature esterne, forse verrà riaperta tra qualche mese. Nel frattempo il prete, di cui non ricordo adesso il nome, esercita i sacramenti nella chiesa di Fundrò. La signorina Enza è morta da quasi 14 anni e se non lo sai ti ricordo che era la nipote del maestro piazzese antifascista Salvatore Principato, ucciso a Milano nel 1944, di cui esiste il nome nell'elenco su una grande targa che ricorda i Martiri Antifascisti affissa su un pilastro della Piazza coperta dei Mercanti, a pochi passi dal Duomo di Milano. La via, che poi è na scalunata, accanto alla chiesa non ricordo come si chiami, ma te lo farò sapere in seguito.

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    2. Dimenticavo di dirti che mons. Giuseppe La Verde è morto nel gennaio del 2006 e dagli inizi degli anni 80 era stato trasferito nella Chiesa Madre di Barrafranca. Era nato nel 1919. Ti ricordi le sue omelie, anzi, i so pred'chi, che ascoltavamo a bocca aperta di come ci coinvolgeva con le parabole o raccontini?

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  2. Allora, parliamo della fine degli anni 50, il vice parroco era Umberto Golino.

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    1. Ma padre Umberto Golino non era fuggito da Piazza con una signora con la quale poi si era sposato? Non so se ricordo bene, ma se ho sbagliato chiedo scusa in anticipo per la gafffffe tremenda che ho fatto!! Tuttavia, se ciò è avvenuto,(intendo la fuga, non la gaffe) non lo ritengo un grave fatto. Anche il prete che ci ha sposati tanti anni fa, è fuggito con la giovane perpetua appena un mese dopo aver celebrato la nostra cerimonia. E visto che siamo in tema di... pettegolezzi, se non sbaglio ci fu anche un certo padre Romano (o Romanesi) che fece una fuga del genere. Sbaglio oppure l'età incomincia a giocare brutti scherzi?

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    2. Herald, attenzione a non cadere nel curtìcch ! Politica e, appunto, curtìcch non sono graditi in questo blog. Grazie

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  3. SANTA VENERANDA : piccolo tassello della mia storia personale,dal catechismo alla PRIMA COMUNIONE al baciare la mano del vescovo su cui spiccava una gemma rossa (un rubino probabilmente).Ricordo bene il parroco LA VERDE ed anche il precedente VELARDITA,zio del monsignore di epoca più recente;ricordo anche le signore o educatrici come si direbbe oggi: Enza Abate ma anche altre tra cui la signorina Gancitano e la signorina Picone.Ha ragione HERALD,BELLISSIMI RICORDI!

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  4. Bell'esempio di corretta gestione del patrimonio culturale di cui sono parte integrante questi piccoli "capolavori" di un'arte che qualcuno definisce minore solo perchè affrescate,generalmente,da pittori dilettanti di cui non si conoscono i nomi.A prescindere
    da ciò,io le vedo per quello che furono e cioè testimonianza dell'eterno bisogno di un rapporto col "divino" che protegge e rassicura ; e perchè no ,come luogo di culto senza orario,sempre pronto ad accogliere un gesto di devozione,una preghiera,un lumino.

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  5. sempre a metà degli anni 50 fu ingrandita la costruzione posteriore che divenne quindi sacrestia,ufficio, saletta teatrale e giù al piano terra la così detta < Associazione > dove noi bambini passavamo i pomeriggi giocando con il bigliardino, i cerchietti e il ping pong. il pomeriggio ci ritrovavamo spesso a fare il catechismo nella < dependance> di Fundrò che diventerà poi casa canonica. la piazzetta antistante la Chiesa era il nostro campetto di calcio, allora vi posteggiavano solo 2 auto: la 6oo < ARBATH > Lui la chiamava proprio così, del comm. Mimì Giusto inteso e l'altra quella di mio padre. Davanti le porte delle case qualche gabbia con le galline, le signore sedute sui gradini o ticchiene a sferruzzare continuamente, la fontanella che dava acqua fresca a tutte le ore e noi sempre a tirare calci ad una palla di gomma che ogni tanto rompeva qualche vetro, ma fortunatamente il Sig. Preite provvedeva quasi subito alla sostituzione con i rimproveri delle mamme che ovviamente pagavano il conto.

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  6. Conoscevo bene la Signorina ENZA ABATE e la sua famiglia soprattutto la madre che tutti, ,amici e conoscenti,chiamavamo a zzia Bobona ( LIBORIA).Evidentemente il maestro Principato era zio della signorina da parte materna.Non mi spiego perchè in famiglia non ne abbiano mai parlato.

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