I ferri ai piedi
Due caropipani, di professione ladri, pensarono di morire; e buttatisi sul letto non davan più segno di vita. Gettaron loro le strida, li vestirono, li misero nel cataletto e li portarono per morti in chiesa. Ma la notte, quelli buttarono all'aria i coperchi, e più vivi di prima si diedero a saccheggiare ogni cosa; e rotte le sbarre scapparono via per le lunette. La mattina, aperta la chiesa, non si trovarono più i morti né le cose di prezzo, e lo scandalo fu grande.
- Qua bisogna provvedere - gridarono i gabbati - ché i morti non sono morti e fan cose da vivi; - e radunato in fretta il consiglio, dopo molto sputare fu finalmente gettato a suon di tamburi e di trombe questo bando:
- Caropipani, da oggi in poi, chi vuol morire ha da pensarci due volte; e chi non è sicuro d'esser morto non muoia, ché quelli che son tali verran ferrati ai piedi come muli!
E d'allora in poi, così fecero; e di caropipani non morì più alcuno che non fosse veramente morto.
Francesco Lanza, Mimi Siciliani, Milano, 1928
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
che satira e quanta arguzia!Davvero immeritata la scarsa conoscenza dell'opera di questo autore.Bene ha fatto lei a riproporlo all'attenzione dei lettori del nostro tempo.Grazie,prosegua così.
RispondiEliminaProf le "manette" in foto Le usa Lei...?
RispondiEliminaBuongustaio!!!
Le "vie" del Signore sono infinite!
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