Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

domenica 22 marzo 2015

Gaetano Marino Albanese/5 e ultimo

Questa è la continuazione dell'articolo sul giornale "LA SICILIA" del prof. Gianfilippo Villari relativo al poeta-ebanista Gaetano Marino Albanese

"Ecco com'egli in un suo volume riproduce quest'omaggio del Marino alle donne piazzesi:  

I fòm'ni ciacési 
  Sò mégh d' l'enési: 
  Forti amanti d'art, 
tôti vonu a so part.
(Le donne piazzesi - son meglio dell'ennesi: - grandi amanti d'arte - voglion tutte la loro parte); 

come si vede la genuinità dei versi e la loro stessa pronunzia (senza doppie consonanti), è rovinata dalla epurazione grammaticale compiuta dal Piazza. 
Ed ecco come appare più fedele l'interpretazione dialettale, riportando alcuni versi originali (riprodotti da un foglietto volante), ove il poeta, adirato contro i compaesani, immagina di andare al cimitero e di incontrare il defunto Scibona che gli dà man forte: 

...V'sg'nai mpuru n' Sc'bona, 
  ggh disci: "Ziu Carmè, com stà?" 
  M' diss: "Meggh' mort, zzà sö. 
  Ch'ò pais d' nfàmi cumpagnà!"... 
(...avvicinai pure da Scibona - gli dissi: "zio Carmè, come sta?" - Mi disse: "Meglio morto, qua sotto - che al paese, da infami accompagnato!"). 

Accanto alle sventure del paese anche le sciagure della patria, che fanno piangere di dolore il nostro Ciucciuledda, in questa romantica composizione che forse riassume tutto il sentire dell'uomo:  

L'Italia era n'ort, era 'ngiardingh', 
  Parèva na r'gina tutta sciuri; 
  Ora p'rdì a guerra, va 'ncarringh 
   E n' sbattoma a testa e muri muri. 
  L'Italia, i quattr sa vönu strazzuliè 
  Vönu Triest, Tripuli e l'Imperu! 
  Rid'nu öra da nostra sv'ntura 
 E fanu a pasg p'addascenn... a zeru. 
 (L'Italia era un orto, era un giardino - Sembrava una regina tutta fiori - Ora ha perduto la guerra, va a rotoli - E sbattiamo la testa al muro. - L'Italia, i quattro se la vogliono stracciare - Vogliono Trieste, Tripoli e l'Impero! - Ridono della nostra sventura - E fanno la pace per lasciarci... a zero)." 

Gianfilippo Villari
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

 

4 commenti:

  1. Una annotazione piena di amarezza. Mi risulta che i vari nipoti e pronipoti del sig. Gaetano Marino Albanese sono vivi, vegeti ed in piena forma. Mi risulta anche che molti sono attivi nei vari social, scrivendo, postando foto, ecc. Domanda: ma un misero commento per il vostro lontano parente? Troppo impegnati con i selfi??????

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo anonimo, che ti devo dire. Forse sono molto riservati, molto indaffarati o sorpresi. Questo può spiegare anche come sono andati perduti o non si conoscono i libri scritti di mio nonno. Gelosia, superficialità, ignoranza, invidia, chi lo sa? Il mistero continua!

      Elimina
    2. Egregio Prof. Penso che nella sua risposta sia racchiuso tutto il nostro pensiero. Soprattutto nell'ultima riga in cui si parla di: GELOSIA, SUPERFICIALITA', IGNORANZA, INVIDIA. Detto in parole povere: Quannu su zucchi, su zucchi, e non ci possono mancu i bumi!! (chiedo scusa per il mio piazzese maccheronico).

      Elimina
  2. In pochi versi,sicuramente frutto dell'estro poetico(per usare le parole di F.Piazza) dell'autore e della sua sensibilità umana,viene fuori un'efficace quadro di un 'ITALIA strazziata,anzi STRAZZULIADA,dalla guerra.Al componimento si potrebbe dare un titolo :
    LA STORIA LETTA DAI VINTI.

    RispondiElimina