La fontanella n. 15 è quella che è stata installata in piazza Stazione altrimenti chiamata piazza senatore Marescalchi. Tanti piazzesi ci ostiniamo a chiamarla ancora piazza Stazione, in ricordo della stazione ferroviaria inaugurata quasi un secolo fa, nel settembre del 1920. Inutile spiegare cosa poteva significare per un centro abitato dell'entroterra siciliano l'arrivo della linea ferrata. Era il futuro che entrava prepotentemente nella vita da sempre contadina, che aveva potuto contare per spostarsi soprattutto sulle gambe e su quelle, quando c'erano, dei quadrupedi, con tutto quello che comportava. Per esempio, chi andava a lavorare nelle miniere di Grottacalda o Floristella, sino ad allora, sia all'andata che al ritorno, era obbligato a fare quello che oggi si fa nel tempo libero per tenersi in forma, trekking per 2 ore e mezzo all'andata e altrettante al ritorno, lungo percorsi impropriamente chiamati strade. Vuole dire che per essere sul posto di lavoro alle 8 ci si doveva alzare alle 5 per intraprendere il "pre-allenamento" alle 5:30, per poi essere già sufficientemente "riscaldati" per quello vero e proprio, tra una picconata e una boccata di aria "salubre" a centinaia di metri sottoterra. Il tutto sostenuto efficientemente da un'alimentazione completa, suggerita da un pool di dietologi, diciamo così, un po' spartani, che teneva lontani i nostri antenati dall'obesità e dall'ipertensione. Invece, col treno a vapore prima e la littorina poi, in circa 30 minuti si era già al "parco divertimenti".Tutto ebbe fine nel 1971, quando il trasporto su gomma surclassò quello su rotaia, lasciandoci orfani delle grandi avventure che si vivevano ad ogni viaggio. Chi poteva ridarci più i magoni delle partenze sul lungo rettilineo verso u sapun'ficiu, o le gioie degli arrivi alla prima aria da B'ddia e il "profumo" delle carrozze, gli immancabili spifferi, il fumo del vapore negli occhi o lo sfrenato "ballo caraibico" sulle littorine nei lunghi rettilinei?
Per approfondire gli argomenti sulla ferrovia "piazzese" consiglio di andare a leggere i post "A bedda ferrovia" pubblicati nei giorni 7, 8 e 10 giugno 2013.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
Piazza Stazione era e tale dovrà rimanere in futuro. Mi sembra di avet letto da qualche parte che un affermato imprenditore locale ha comperato una vecchia locomotiva a vapore per portarla a Piazza. Se è vero, sarebbe giusto e opportuno " piazzarla" in questo luogo premiando tutti noi che, specialmente dopo la collocazione di quella fontanaccia di orrido gusto, definimmo piazza San Pacchiano.
RispondiEliminaRicordo di un viaggio sulla littorina. Partenza per i tre giorni a Palermo per la visita militare. Si parte con il primo treno del mattino (ore 5.00). Siamo circa 30 ragazzi di Piazza. Già alla Bellia alcuni dicono che è ora di colazione e, come se tutto fosse programmato, un grosso gruppo di "Casalutteri" tira fuori dalle borse di stoffa "uova sode e salsicce crude". Come bevanda, del limpidissimo vino rosso della zona. Noi, che avevamo delle belle "Mafalde" con mortadella, veniamo guardati come degli snob da cui stare alla larga!!!
RispondiEliminaFortunatamente ho avuto modo di utilizzare tante e tante volte sia le Littorine che avevano sedili di stoffa ed erano spinte da motori diesel, sia le carrozze che avevano sedili di legno ed erano trainate da sbuffanti locomotive a vapore. Una di queste, se vi interessa ammirarla, si trova alla Stazione Centrale di Catania ed è celebrata da una targa in ottone. Andate a vederla, se capitate da quelle parti.
RispondiEliminaEgregio prof., guardando con attenzione la foto pubblicata sul suo Blog come Homepage, dopo aver ammirato la bellissima chiesa di S. Anna, ci chiediamo: ma quegli alberi di fico, le erbe che pendono dai muri e tutto il resto, sono stati piantati apposta dai numerosi giardinieri di Piazza per abbellire il monumento?? Se è così, la preghiamo di fare i nostri complimenti al Sig. Sindaco di Piazza che tante energie spende per farci fare sempre più belle figure in abito regionale, nazionale ed... extranazionale!!! Rispettosamente la salutiamo.
RispondiElimina