Il poeta-falegname Gaetano Marino Albanese |
Gaetano Marino Albanese
(1889-1958)
Gaetano Marino Albanese nacque a Piazza Armerina il 25 marzo 1889 da Giuseppe Marino, calzolaio ai Canali, e Francesca Albanese, anche lei canalèra. Sin da bambino praticò la bottega di falegnameria dello zio Angelo, fratello della madre, trascurando completamente la scuola, tanto da frequentare appena la II elementare. A circa 14 anni, per poter aiutare finanziariamente la famiglia, lasciò la bottega per andare a lavorare presso la miniera di Grottacalda, come falegname carpentiere. Dopo cinque anni di disagi e sacrifici (si facevano a piedi 15 Km. all'andata e 15 al ritorno) nel viaggio di andata di mattina presto, lui con altri compagni all'improvviso sentirono tremare la terra. Arrivati a Grottacalda, seppero del terremoto a Messina che, dopo qualche settimana, raggiunse insieme allo zio Angelo per guadagnare qualche soldo, costruendo baracche per i terremotati. A conclusione dei lavori rientrò a Piazza e resosi conto delle enormi esigenze e del bisogno in famiglia, decise di emigrare in America Meridionale. Purtroppo in quella del Sud non c'era altrettanto lavoro come in quella del Nord e, avendo constatato di persona che erano più i sacrifici che i guadagni, dopo circa un anno tornò in paese. Dall'Argentina portò con sé tante novità, che gli fecero acquisire molta clientela nella sua falegnameria. Nel 1915 si sposò con Filippa Denaro, con la quale avrebbe avuto 6 figli, 4 maschi e 2 femmine, fra le quali mia mamma Francesca nel 1922. Appena avuto il primo figlio, Giuseppe, dovette adoperare il sistema "del sale inglese" per poter ritardare il più possibile la partenza per il fronte della Grande Guerra. Quando sembrava di aver raggiunto l'obbiettivo, fu chiamato ugualmente alle armi, ma fortunatamente rimase nelle retrovie a fare il falegname. (continua)
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
Aspettiamo con impazienza di avere notizie più precise sulla "Terapia del Sale Inglese" (anche se immaginiamo già quali conseguenze poteva avere).
RispondiEliminaNiente di particolare. La terapia consisteva nel mandare giù il solfato di magnesio, chiamato "sale inglese" o "Epsom Salt" perché fu estratto per la prima volta nella città di Epsom in Inghilterra, per purgarsi. Aumentando la dose, specie in soggetti già indeboliti per carenza alimentare, normale per i Siciliani in quel periodo, si portava il fisico a uno stato di debilitazione e magrezza tale da essere quanto meno "rivedibile" o, per i più fortunati, "riformati". Questa terapia, una delle tante e meno cruente in quegli anni, fu suggerita circa 30anni dopo da mio nonno a mio padre che per ben tre volte fu dichiarato rivedibile, alla quarta, per esigenze belliche, fu dichiarato abile e arruolato con una circonferenza toracica da internati nei campi di concentramento.
Eliminainteressante
RispondiEliminaHo conosciuto tuo nonno e frecuetavo la bottega (falegnameria e barzellette)di via roma per trovare i miei amici Aldo ,Ettore ed il nipote (lavorante)Giacomino Grita.Puoi darmi notizia dei tuoi zii minori?, grazie silvio
RispondiEliminaPurtroppo gli zii non sono più tra noi. Lo zio Aldo è mancato nel 2008, lo zio Ettore nel 2012.
EliminaSe non sbaglio Aldo viveva a Cagliari mentre Ettore in Campania. I famigliari di Aldo sono quasi tutti in Sardegna, mentre quelli di Ettore, per la maggior parte vivono in Germania.
EliminaMi spiace ,mi ricordano tante cose,grazie.silvio
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