Questa foto potrebbe far parte della collezione dedicata alle panchine solitarie, ma a noi interessa la fontanella in perfetta efficienza nella piazzetta di Santa Rosalia, sopra la via Cavour. Questa piazzetta prima era la più affollata della Città. Piena di botteghe di tutti i generi alimentari: frutta, verdura, polli, pesce, baccalà, mortadelle, salami, formaggi e chi più ne ha più ne metta. Era qui il nostro Moderno Centro Commerciale. Il nome di Santa Rosalia è dovuto alla chiesa dedicata nel 1624 alla patrona di Palermo e al Convento delle Suore Carmelitane, che sorgevano proprio dove poi ci fu la Palestra della Pescheria, che tanti studenti e "atleti" piazzesi ricorderanno. Il Convento era stato fondato nel 1553 al Monte, come Ritiro delle Donne Pentite o Ripentite*, dal nobile Giovanni Francesco de Assaro, padre di Laura, moglie del barone Marco Trigona. Sette anni più tardi, nel 1560, cambiò nome in Ritiro delle Donne Converse e nel 1697 si trasferì nel nuovo sito, dove nel 1742 divenne Venerabile Collegio Carmelitano, sede anche del Sodalizio dei Notai. In fondo alla foto s'intravede lo spigolo della Chiesa di S. Rocco o di Fundrò, mentre a dx si ha l'enorme edificio una volta sede del Monte di Prestami o dei Pegni** fondato nel 1771 dal chierico Michele Chiello. L'edificio, che si trova nella parte retrostante del Palazzo di Città o del Senato, oggi ospita nella parte bassa il Centro espositivo Monte Prestami, mentre la parte superiore, dove veniva erogato il credito, sgombrata da tutti i mobili e scaffali in legno, è chiusa e, manco a dirlo, lasciato vuoto, grezzo e inutilizzato, in attesa della nascita del Museo del Credito su Pegno, quando... non si sa! Gaetano Masuzzo/cronarmerina
*Il termine Ripentite deriva da "Ree pentite" ovvero donne pentite dei loro reati (omicidi, furti, prostituzione, etc.) fattesi suore per una sorta di espiazione attraverso la vita monastica.
**A Piazza esisteva sin dal 1486 l'altra forma di credito organizzato, il Monte di Pietà, tra i primissimi in Sicilia. Era nato su proposta del Beato Francescano Andrea Ronchi da Faenza attraverso la Confraternita di Santa Maria degli Angeli, che aveva sede nell'edificio che poi divenne l'Ospedale Chiello al Monte.
Era quella che i NORDICI - POLENTONI chiamano piazza delle erbe e che curano come davvero queste strutture vanno curate (vedi Verona,Padova .....) frequentatissime da residenti e turisti e quindi fonte di reddito.Sarà poi vero ciò che dicono dei "terroni":c' piac' u travagghiu darrera u tavulinu?
RispondiEliminaP.S.La piazzetta più affollata della città ,come dice bene il prof.Masuzzo,fa parte integrante della mia storia personale ; forse per questo la sua scomparsa mi pesa tanto.
Ancora una volta complimenti per aver funzionato da memoria storica di una città che mi pare abbia perso la sua identità senza crearne una nuova ma ugualmente valida.
No comment. Ma suggerimenti, per esempio perché non restaurare un capannone dell' ex Itis e utilizzarlo come mercato al coperto di frutta, verdura, pesce, carni, prodotti locali, etc.. ma forse tutto ciò non è possibile perché siamo a Ciazza. Preferiamo vedere lo spettacolo giornaliero delle API in piazza BorsellinoFalcone o posteggiate negli angoli strategici delle strade cittadine. Del resto fino ad un paio di anni addietro assistevamo all'ORRIDO spettacolo delle motoAPI posteggiate in piazza Garibaldi.
RispondiEliminaQuesta dei capannoni dell'ex ITIS non è una soluzione nuova, ma per noi piazzesi è troppo semplice. A noi piazzesi non piacciono le cose semplici ! Piacciono le cose complicate per poi lasciarle incompiute o mal gestite e quindi piangerci addosso, per poi dare la colpa agli altri !
EliminaPrima ci vorrebbe un referendum,poi il parere del comune della provincia e della regione,e Roma,quindi l'ufficio tecnico ,che come si è visto nell'altro post sulla via sparita fa proprio orecchie da mercante,è ci riesce pure! Quindi l'ufficiale sanitario i pompieri la digos della serie nan simu cosa d' buggh!
EliminaPensala come credi ma l'orrido spettacolo fa parte della cultura del sud e con ogni probabilità è molto utile nelle anguste vie dei quartieri storici, soprattutto alle persone anziane che, dato il servizio bus alquanto mediocre, avrebbero serie difficoltà a usufruire appieno del mega mercatone. Non sono contrario all'idea in se, ma sono convinto che bisogna sforzarsi di osservare le cose da tutti i punti di vista e non soltanto il proprio. Il centro storico non può vivere se si trasforma in una bomboniera, perfetta ma vuota. Ci sono molte cose che possono essere definite orribili (come ad esempio cemento stampato sulle facciate che scimmiotta le pietre) ma quella degli lattugari ambulanti "ca lappa" non la definirei una visione orribile. Anche perché saranno settanta anni che si mettono nei punti più visibili dove possono intercettare il numero maggiore di persone. E poi il mitico motocarro "ape ", come giustamente è ricordato in molti siti su internet, "è un vero e proprio simbolo italiano unico al mondo"(-Wikipedia- ma indipendentemente dalla fonte su questo non ci piove dato che oramai, su licenza, viene prodotto in mezzo mondo) .
Eliminasaluti.
P pesce S sapori
RispondiEliminaI indivia A antichi
A arance N non
Z zzucch'ru a T tracuddati
Z zolle A a mazzi u
A aringhe R righ'nu
O ogghiu
S sapunetti
A amareddi
L luppini
I insomma
A aria antica a gogò
Un bel quadretto,non c'è che dire.Per la serie AMARCORD.
z
Che fine hanno fatto i capannoncini dell'ex mercato all'ingrosso zona scarante? Se non sono finiti in qualche "residenza estiva" si potrebbero riproporre per esempio in piazza Europa, rendendo più comodo il servizio agli utenti in tutte le stagioni. Ma so che è tempo perso.
RispondiEliminaGaetanina... Gaetanina... e delle piantine delle varie infiorate?...Ci fù un anno che allo scoccare della chiusura dell'evento: assessori, consiglieri, esperti ,calarono a portarsi in un battibaleno tutto ,ci fù uno che con il pickup calò! Poi in un paese che fanno sparire pure le strade (via Negro) e nessuno dice niente...
EliminaCara Gaetanina perché vai a cercare i capannoncini di vecchia data , allora mi costringi a ricordarti della bellissima scala di marmo bianco di Carrara con relativa balaustra in ghisa realizzata dagli allievi dell' ITIS durante la 1° Guerra mondiale.
RispondiEliminaErnesto, di quale scala parli? La scala nell'entrata dell'Industriale o un'altra, spiegati meglio. Mi incuriosisce questa scala realizzata dagli allievi dell'ITIS.
EliminaCredo cheil sig. Ernesto si riferisca alla scala dell'ex ITIS, a tenaglia, con gradini in marmo di Carrara e e balaustra fatta in ferro (o ghisa?)dagli studenti. Distrutta anni fa per realizzare quella odierna a rampe. Esiste una foto di Balbo che la raffigura.
EliminaHo notato che la fontanella è della stessa fattura di quella della Villa Ciancio o Villetta Roma. Probabilmente della stessa ditta che le ha fornite al Comune in quel periodo.
RispondiEliminaAllora, ho frequentato negli anni 60 l'ITIS e ricordo benissimo la balaustra della scala, tra l'altro bellissima in ghisa artistica, realizzata dagli allievi alla fine della 1° Guerra mondiale . Credo che esistano delle foto in merito, poi negli angoli al piano terra al muro in alto due grandi cigni in ferro battuto sempre realizzati dagli allievi .
RispondiEliminaHo capito. Dovrei avere una foto di quella scala, ma non sapevo che a fare la ringhiera in ferro o in ghisa fossero stati gli alunni alla fine della 1^ Guerra Mondiale. Più che alla fine della Guerra nel 1918, forse la ringhiera fu fatta a metà degli anni 20. Questo perché ho una foto dell'ottobre 1927 che fa vedere l'officina di aggiustaggio della Regia Scuola Industriale nella nuova sede dell'odierno viale Gen.le Muscarà. Era l'anno in cui venne intitolata al deputato piazzese Calogero Cascino, fratello del generale Antonino Cascino.
RispondiElimina"l'orrido spettacolo fa parte della cultura del sud"?Mi indigna tanto autolesionismo e tanto disfattismo:ilsud sa e può dare di sè ben altri spettacoli se vuole .Simili espressioni lasciamole ai più beceri leghisti che ne hanno tratto notevole tornaconto politico-economicoDetto da un piazzese mi preoccupa e mi rattrista.E' impensabile la non coesistenza di due realtà.le mitiche API nelle stradine abitate da anziani in difficoltà e,per esempio,un mercato coperto come nelle miglior città europee(vedi Barcellona) o il ripristino di ciò che già esisteva (vedi Santa Rosalia) dove ci sarebbe comunque spazio anche per le API.Gli orizzonti vanno allargati e non ristretti,creando opportunità anche per anziani in difficoltà ma non solo.Che poi i piazzesi siano tutti anziani in difficoltà è fantascienza.Non dimentichiamo poi che un città a vocazione turistica trarrebbe vantaggio da simili strutture opportunamente riempite da giusti contenuti.Non vorrei concludere con amarezza:siamo alle solitePerciò..................
RispondiEliminasono d'accordo con te
EliminaAncora oggi mi chiedo perché fu distrutta quella opera d'arte. Certamente molto più bella e artistica di quella attuale che anche un bambino sarebbe stato in grado di disegnare. La cosa più logica, caso mai per motivi fi staticità e quindi fi sicurezza, si poteva certamente rifarlaidentica, ma eevidentemente la balaustra era troppo bella e certamente avrebbe più bella figura in una villa privata.
RispondiEliminaIn effetti non è stata una bella operazione anche in considerazione del fatto che aveva un elevato valore simbolico per il paese e per l'istruzione che lo stesso ha garantito in epoche in cui l'analfabetismo era dilagante e le specializzazioni professionali erano rarissime.; l'unica cosa che può essere osservata in merito è che le scale a tenaglia sono così concepite solo per motivi ornamentali ma oggettivamente scomode e ingombranti, si sdoppiano e quindi dimezzano la rampa iniziale o finale in parti uguali, creando delle strettoie che oggigiorno sarebbero un problema anche le vie di esodo per l'evacuazione. Detto questo però io dubito fortemente che sia stata distrutta per questo, forse aveva problemi strutturali ma avrebbero potuto ricostruirla fedelmente o, quantomeno, riadattare i vecchi parapetti al nuovo sviluppo. Ma d'altronde erano gli anni settanta, epoca delle più importanti brutture e cementificazioni della storia italiana; epoca in cui questo tipo di edifici (prima meta del novecento) non avevano alcun valore; epoca in cui non interessava la storiella che è stata la prima scuola superiore costruita proprio per quello scopo e progettata da Pastorelli (lo stesso che progettò la facciata del teatro Garibaldi); non aveva nessuna importanza che aveva delle soluzioni moderne, grandi aule, grandi officine-laboratorio, grandi vetrate che consentivano un eccellente illuminazione naturale (vedasi lucernari laboratori). Nulla di tutto questo all'epoca aveva importanza, La banale scala odierna, realizzata probabilmente quando diventò comune, ha imbruttito il vano scala rendendolo impersonale e triste come quegli anni. Anni fa un tizio mi raccontò che l'ingegnere che esegui i lavori (ormai non più in vita) diede particolari direttive agli operai per smontare accuratamente i gradini e, soprattutto, la balaustra in modo che si potessero riutilizzare. ...chissà se è vero..
EliminaA Rosaria Monasteri 20 sett. : se il suo essere d'accordo è riferito,come mi pare di capire,ad Anonimo 18 sett. 10'58, GRAZIE ; mi sento meno abitante di Marte e proverò a non demordere dal fare certe osservazioni.
RispondiEliminaRileggo la pagina del blog relativa a Fontanella Santa Rosalia.Dai commenti deduco che non solo realtà come quella piazza sono disertate ma anche le altre che avrebbero potuto e dovuto sostituirla degnamente.Leggo di capannoni ex ITIS ,di capannoncini ex mercato all'ingrosso il cui utilizzo è suggerito correttamente per sopperire al maltolto e per migliorare l'esistente.E qui comincia la sfilata di altre sparizioni : vasi e piantine dell'infiorata,scala,balaustra e cigni in ferro battuto ex ITIS da qualcuno giustamente definiti opera d'arte e da altri di alto valore simbolico per la città;per non parlare di via Negro .Allora è un vizio (musca ch' t' cuchi " avrebbero detto i vecchi ciaccesi)! Oppure,all'insaputa della popolazione, è stato organizzato un gioco in cui questi oggetti,oggi opportunamente collocati in idonei locali,saranno utilizzati per una futura caccia al tesoro. Che burloni questi piazzesi!Tralascio,per amor di patria, i più o meno larvati riferimenti,contenuti in alcuni commenti,ad utilizzo non pubblico di certi beni.
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