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Castello di Acate, 1494 |
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Ultimi possessori del Palazzo Biscari di Mirabella Imbaccari |
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Stemma Paternò-Castello sul Palazzo Biscari di Mirabella |
In questi giorni sulla pagina principale del blog c'è la foto del Palazzo Biscari di Mirabella Imbaccari com'era negli anni '30. Il palazzo prende nome dal casale di origine saracena Odogrillo situato a metà strada tra Gela e Ragusa e a 10 Km. da Vittoria, ma che già nel XIII secolo faceva parte dei possedimenti dei Chiaramonte come Biscari, forse nome di origine araba. Con la rifondazione voluta nel 1478 dal barone Guglielmo Raimondo de Castellis (poi solo Castellis e infine Castello) che ottenne anche l'autorizzazione a costruire il castello (foto in alto), per il casale iniziò un periodo di crescita e benessere. Nel 1633 Agatino Paternò Castello fu nominato I principe di Biscari da Filippo IV re di Spagna ma, nel 1693, Biscari fu distrutto completamente dal terremoto ma risorse nell'attuale sito, poco distante da quello originario. Intorno al 1824 il paese divenne libero Comune e, nel 1938, su iniziativa dello studioso locale Carlo Addario il nome fu cambiato in Acate. Questo è l'antico nome del vicino fiume Dirillo (dall'arabo "fiume di Akrillai", antica colonia greca) che i greci chiamavano Acathes e i romani Acates amnis, per i ritrovamenti di pietre d'agata nel suo corso superiore. Ultimi possessori del Palazzo Baronale di Mirabella Imbaccari furono nel 1897 i coniugi Ignazio Paternò Castello Stagno dei principi di Biscari (1879-1944) e Angelina Auteri (1880-1964) nella foto in mezzo, che lo donarono all'Istituto delle Suore Dorotee nel 1928. Nella foto in basso è riportato lo stemma della famiglia Paternò (campo sx: scudo con 8 strisce verticali tagliate da una trasversale) Castello (campo dx: torre merlata) presente sul frontespizio del palazzo in alto. Gli abitanti di Acate (oggi più di 10.000) possono essere chiamati sia Acatesi che Viscarani. Per concludere non si può non parlare del Massacro di Biscari* perpetrato il 14 luglio 1943 dalle forze armate statunitensi a danno di 76 prigionieri di guerra italiani e tedeschi, che furono fucilati sommariamente dopo la loro resa. Gaetano Masuzzo/cronarmerina
*Per la precisione in località Piano Stella presso l'aeroporto di Santo Pietro, a ca. 15 Km a Sud di Caltagirone e a 15 Km a Nord di Acate. (fonte WikipediA)
Sempre storie, collegamenti e spiegazioni interessanti in questo blog. Grazie a Lei prof. per il tempo e la passione che ci dedica a noi poveri "ignoranti". B.M.
RispondiEliminabreve ma significativo scorcio della storia della Sicilia più o meno lontana.Ammirevole la scelta di citare il Massacro di Biscari uno ma non il solo esempio di quanto non corretto sia affermare che guerra e resistenza non riguardarono affatto i siciliani tacciati di essersi arresi senza combattere.Mi auguro che lei possa cogliere altre occasioni in tal senso.Intanto GRAZIE.
RispondiEliminaMia Nonna si chiamava Giuseppa Biscari sposata a Don Jacopo Zapparrata di Vittoria Ragusa...ricordo le soelle Zia Teresina e Zia Rosina che ci tenevano tanto al titolo, siparla di oltre 60 fA ..Mio padre non ha mai coltivata ed usata la discendenza della Madre Giuseppa Biscari è un nome che nella storia del principato ricorre per diversi secoli.
RispondiEliminami piace leggere e conoscere il passato del mio paese natale,vedere foto di nuove strade e foto degli anni '1950/60.spero sempre di poter ritornare ancora una volta e ritrovare i luoghi della mia infanzia.mariella giustolisi
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