2014, Via Roma 61, la freccia indica dov'era l'Hòtel Trinacria |
Da un quotidiano del 1903 apprendiamo che a Piazza in quel periodo esistevano almeno due Hotel. Infatti, troviamo la pubblicità dell' Albergo del Leone e quella dell' Hòtel et Restaurant Trinacria. Il primo si trovava in piazza Umberto I, accanto alla Commenda di S. Giovanni Battista, da dove si poteva assistere ai concerti al piano Duilio, ma ancora senza il monumento ai caduti. Il secondo si trovava al n. 61 della via Roma (già Ferraria, come dice l'inserzione pubblicitaria). Dai nomi altisonanti potremmo presupporre che il numero di stelle* fossero non poche, ma allora ci si accontentava di molto meno di oggi, anche se il prezzo "da Lira Una in su" di una camera singola, che allora si chiamava "camera a solo", non scherzava**. Basta considerare che allora un salario d' 'n v'ddàngh era di circa £ 1,50 o giörn, quasi quanto il costo di una camera singola in un B&B di oggi, come quello appena inaugurato nel portone accanto.
*Non sono riuscito a sapere da quando esiste la classificazione per gli alberghi, mentre per i ristoranti quella della Guida Michelin c'è dal 1931.
**Una Lira del 1900 valeva circa 20 Euro di oggi.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
Ammirevole chi dedica parte del suo tempo alla scoperta di realtà storiche sconosciute ai più ma parte integrante della storia di questa città che meritava di essere trattata meglio da tutti" GRANDI e PICCINI".A buon indetitor...............Grazie e complimenti al PROF.
RispondiEliminaNon dimentichiamoci dell'altro in via Anzaldi. Aveva anche l'ascensore. IL suo nome era:Albergo excelsior.
RispondiEliminaCe n'era uno in piazza Garibaldi, proprio sopra il negozio di Valentino e uno, l' "Umberto I", dietro al ditributore di benzina Esso al Gen.le Cascino.
EliminaSarebbe interessante sapere chi fosse il proprietario o il gestore di quell'Hotel.
RispondiEliminaScusi Prof., se non sbaglio accanto all'hotel, al numero 60 di via Roma, vi era poi la bottega di falegnameria del sig. Gaetano Marino Albanese. Lei, che è un suo discendente, potrebbe confermarlo? So che ha già pubblicato altre notizie al riguardo, ma gradirei, se fosse possibile, un elenco delle varie attività che si sono svolte negli anni in questa bellissima via. Grazie.
RispondiEliminaLa primissima falegnameria di mio nonno Gaetano Marino Albanese, detto "ciucciuledda", fu al n. 73, il portone subito dopo la cappella della Madonna. I mobili che lui faceva, stiamo parlando degli anni 30, li vendeva al n. 84 della stessa via, nel palazzo del Sig. Angelo Marchese (ho una foto con mio nonno davanti quest'ultimo negozio). Poi aprì insieme ad altri soci una segheria a Costantino, poi una falegnameria in via Mazzini, quindi si trasferì, definitivamente, in via Roma 108, di fronte la villetta Roma (poi Ciancio).
EliminaPer quanto riguarda le altre attività ne riparleremo un'altra volta, ti dico soltanto questa: accanto alla falegnameria al n. 73, edificio conosciuto come Palazzo Arena, c'era la piccola fabbrica di gassose e acqua di selz del sig. Contarini di Caltagirone. Che ne dici di queste notizie ?
Ti interessa perché eta a luci rosse? Scherzi a parte, ma non si chiamava "SOLE ".
RispondiEliminaForse il Sole era nella piazzetta sopra l'artistica pescheria di S. Rosalia.
RispondiEliminaMio padre mi ha ricordato che proprio sopra la pescheria c'era un alberghetto "poco raccomandabile" gestito da una "signora" di facili costumi, ma non mi ha saputo confermare il suo nome "Sole".
EliminaIn via Mazzini al n. 58 negli anni 50/60 ci fu l'Albergo anche questo chiamato "Trinacria" e gestito dal sig. Di Benedetto.
EliminaPerché poco raccomandabile? Perché di facili costumi? In mia presenza non indossava mai nulla. Mary era davvero una maestra di vita e che maestra! Per tanti era un validissimo conforto oltre che una gioia; dopo averle fatto visita ti sentivi rilassato, in pace col mondo intero. Oggi tantissime lo fanno gratis ma solo per finta: prima o poi bisogna pagarle e, spesso, lautamente.
EliminaMary invece era una signora che svolgeva un lavoro ad alta valenza sociale: evitava soprattutto a noi giovani di diventare... ciechi.
Un mio amico mi ha ricordato che l'alberghetto sopra la pescheria si chiamava Hotel Firenze.
EliminaA proposito della falegnameria (che non ricordo) di suo nonno( che,invece ,ricordo bene ma quando era già in pensione) ,aspettando che lei ne riparli, mi permetto di anticiparle uno """scoop""" :un mobile,creato da suo nonno,un tempo appartenuto a mia nonna, fa bella mostra di sè,da tanti ammirato e fonte di curiosità da parte degli stessi per la sua particolare foggia,nel mio soggiorno.Mi piacerebbe inviargliene una foto ma,ahimè, il mio semianalfabetismo informatico rende la cosa problematica.Spero nell'aiuto di un "esperto" a cui però,io credo,servirà qualche indicazione.Se può e se vuole mi può dare un "aiutino""?Grazie.
RispondiEliminaCarissimo, se proprio sei così limitato come dici tu sulle nuove tecnologie, scatta una comune foto al mobile, la fai sviluppare e la mandi semplicemente per posta al mio indirizzo: Masuzzo Gaetano, via Gen.le Ciancio 102, 94015 - Piazza Armerina (EN), accompagnandola con qualche aneddoto e/o notizia. Tieni presente che mio padre quasi 93enne ha ancora una memoria di ferro, quindi ci potrebbe aiutare a focalizzare il tutto. Ciao
EliminaVisto che siamo in tema di ricordi, Le elenco cosa ricordo di attività in via Roma (aggiunga o cancella quelle errate). Cosa ne sa del "Palazzo Bianco" che vi era quasi di fronte all'entrata secondaria della villa? Accanto vi era una bottega di generi alimentari. Risalendo verso Piazza Garibaldi troviamo: Abitazione dell'ing. Contrafatto; Negozio e bottega dei fratelli Masuzzo; Chiesa di Santa Barbara; Abitazione del prof. Giamusso con accanto cappella della Madonna; più in su "atelier" del fotografo Commendatore, fino ad arrivare, con somma gioia, all'angolo del negozio di Valentino, vero Paradiso per noi bambini!!! Ed ora mi sa dire come si chiama quella microscopica scalinata che portava in quella piazza che da cui si accedeva in discesa Itria? Se non sbaglio la piazza si chiama "Piano Arcuri" o "Piano Demani"?? (confusione totale!!).
RispondiEliminaIl "Palazzo Bianco" era del Sig. Angelo Marchese (ci sono ancora le sue iniziali nel portone d'ingresso) e negli anni Trenta fu anche l'ingresso del negozio di mobili di mio nonno Tatano Marino (ho una foto). La bottega di generi alimentari accanto era del sig. Santo Rinaldo, e lì ci andavo a comperare il panino con la mortadella e, qualche volta, quando me lo potevo permettere, anche la gazzosa. La scalinata era la "Discesa La Rosa" che portava al "Piano Arcuri". Il "Piano Demani" invece si trova in prossimità della via Cavour quasi all'altezza della Santa Rosalia, ma dall'altra parte quando si va verso la via Sette Cantoni o via Santa Veneranda. (qualche volta ti dico perché si chiama Demani). Se hai altre domande fammele, è un vero piacere e non ti scordare di mandarmi a dire dovi ti trovi. Ciao
EliminaGrazie per la precisazione su Piano Arcuri. Ritornando al fotografo Commendatore, ricordo che era sulla destra salendo. Vi era una porticina e molti andavano per le fototessera. A proposito di fotografi, ricordo che ve ne era uno in via Mazzini (se non sbaglio del sig. Minuto). Quando ero ragazzino, si usava ancora il flash al magnesio e se per caso ci si trovava vicino alla porta, si veniva abbagliati dallo scoppio della polvere bianca. Un altro che ricordo con piacere era il fotografo Baldo, ma non so dove aveva la bottega. E di Battacchi (l'ultimo fotografo che mi passa per la mente) cosa mi dice? Come vede le ho dato un bel po' di lavoro. La ringrazio per la pazienza. Per quanto riguarda il posto da dove le scrivo... guardando la cartina dell'Italia, io sono a Nord-Est!!!
EliminaPer saperne di più sui fotografi vai sul post "I due fotografi e altri" pubblicato il 27 giugno 2013 tra le "Ricerche Storiche". A proposito del Nord-Est desidererei un "aiutino" per restringere il campo, per esempio la provincia. Grazie
EliminaGrazie del suggerimento non necessariamente tecnologico.Complimenti ed auguri per il suo papà.Intanto cerco di far riaffiorare ricordi utili a dettagliare meglio l'oggetto.
RispondiEliminaVia Roma, discesa la Rosa ed immediatamente dopo la fine di questa minuscola scalinata il cortile Petrale dove sono nato e cresciuto fino a 10 anni.
RispondiEliminaIl cortile era vivo e pieno di bambini senza il pericolo di automobili ed i genitori alla sera si riunivano davanti casa a chiacchierare.
Ogni tanto si andava di sera in estate nella "Villetta di Via Roma" per stare un pò al fresco.
Ho passeggiato poco fa , con google earth e poi con street view , per via Roma e con tanta tristezza ho notato molte case chiuse e tanti cartelli "vendesi".
Chiudo quì il mio commento perchè mi sovvengono troppi ricordi e mi prende il "magone".
Ciao.
Filippo da Vercelli.
Filippo da Vercelli (mi sembra un nome medievale) l'altro giorno mentre facevo la foto per il post sull'Hotel di via Roma, ho scattato alcune foto delle vie di cui parli. Se mi mandi l'indirizzo e-mail te le spedisco, in una c'è la targa "Via Cascino".
EliminaA proposito del comò di cui le parlai il27 sett. : foto scattate,mi pare con risultati interessanti,a presto la spedizione da lei gentilmente proposta con annesse delle fotocopie di un vecchissimo testo di mio nonno in cui si legge di cavallette nel territorio armerino.Non so quanto potranno interessarle.Me lo saprà dire . Saluti per intanto.
RispondiEliminaFOTOGRAFO MINUTO. Sul campanellino di bachelite marron e bottone rosso, ci stava un cartellino con su scritto a mano: suonare il campanello ed attendere 5 minuti. Per dsrgli il tempo di arrivare da casa sua, lì vicino.
RispondiEliminaSì, perché lui abitava in via Santangelo, a pochi passi dalla via Mazzini.
Eliminasono un giovanotto di 25 anni,abito in una grande città del nord; ho letto per caso il post di TEX DEL 28 SETT.Grande TEX! Mi ha colpito la sottile ironia con cui parli di una realtà di tutti i tempi rendendo leggero l'argomento,soprattutto quando attribuisci alla cosa un'alta valenza sociale:sono riuscito a riflettere sorridendo.
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