Crespi d'Adda (fraz. a sud di Capriate S. Gervasio - BG) |
A partire dal 1875 Cristoforo Benigno Crespi realizzò nella zona a sud di Capriate, accanto al suo opificio tessile, un "villaggio ideale del lavoro" per ospitare i propri dipendenti con le loro famiglie, similmente a quanto già accadeva nell'Inghilterra della rivoluzione industriale. Il Villaggio Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina costruita dal nulla dal padrone della fabbrica, il quale mise a disposizione dei propri lavoratori una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. In questo piccolo mondo perfetto il padrone "regnava" dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti dentro e fuori la fabbrica "dalla culla alla tomba", anticipando le tutele dello Stato. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio e la vita di tutti ruotava attorno ai ritmi e alle esigenze della fabbrica stessa. Nel dicembre del 1995 l'UNESCO ha accolto Crespi d'Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa. Il Villaggio Crespi d'Adda è stato il primo paese in Italia a essere dotato di illuminazione pubblica col sistema Edison; nella sua scuola tutto era fornito dalla fabbrica; all'inizio del Novecento tra i tanti servizi gratuiti c'era anche la piscina coperta; i Crespi fecero installare una linea telefonica privata che collegava il loro castello con la residenza di Milano e, inoltre, fecero costruire la chiesa del SS. Nome di Maria (la foto è nel post di ieri) ma in dimensioni ridotte, esattamente come la chiesa/santuario di S. Maria di Piazza* di Busto Arsizio, loro città natale. (tratto da www.villaggiocrespi.it) Gaetano Masuzzo/cronarmerina
*La chiesetta medievale di ca. 5 metri di lato, tra i secoli XIII e XIV venne ampliata e nel 1399 risulta chiamarsi Santa Maria de Platea. Anche se ritengo che non ci sia nessuna attinenza, desidero ricordare che la nostra Città fu chiamata Platea nei primi anni del 1600.
*La chiesetta medievale di ca. 5 metri di lato, tra i secoli XIII e XIV venne ampliata e nel 1399 risulta chiamarsi Santa Maria de Platea. Anche se ritengo che non ci sia nessuna attinenza, desidero ricordare che la nostra Città fu chiamata Platea nei primi anni del 1600.
Ero certo che il nostro "Taninu" non avrebbe trascurato di sottolineare la "casuale circostanza" che, al di là di ogni congettura, è ben testimoniata !
RispondiEliminaGrazie e buona prosecuzione . . . insieme, le due comunità,
Pippo MERCATO (warship@alice.it)
Grazie per avermi dato lo spunto per imparare che da Capriate in poi, in Italia sono tantissime le chiese dedicate a S. Maria di Piazza in varie epoche.
RispondiEliminaMa lo sanno quelli di Capriate "con chi si stanno mettendo"?
RispondiEliminaPiazzesi un nome una garanzia!
Ps il paese è bellissimo gli abitanti siamo...
alla fine credo che ai "lumbard" di Capriate non interesserà la cosa.
RispondiEliminaSe Piazza e' bellissima e noi siamo gli abitanti,ci sara' un nesso.Finche' ripetremo fino alla noia che siamo in un certo modo...troveremo l'alibi per giustificare i difetti che ha maggiormente radicati proprio chi li attribuisce a tutti i Piazzesi e per dare al luogo comune il valore di una realta' immutabile.Non trovo nulla di scandaloso se si esprimono liberamente idee su gemellaggi o su esperienze passate e conosciute.Non siamo i soliti Piazzesi se avanziamo qualche dubbio o facciamo qualche proposta:siamo gente che conosce il termine democrazia e il piacere della liberta' di parola.Non si tratta di disfattismo.In un periodo di difficolta' internazionale mi pare comprensibile sentirsi piu' coinvolti da progetti' vicini' e dai risultati a brevissimo termine.Nulla da ridire su conoscenza,turismo,apertura di idee...il nostro futuro assicurato se chi di dovere riesce a sbloccare qualcosa....potremmo ripartire dalla terra dei Normanni!Grazie.
RispondiEliminaCasimiro, cortesemente potresti esplicitare il concetto da te espresso ? Grazie.
RispondiEliminaA Paolo, mi permetto chiedere: tu personalmente cosa hai fatto nell'ultimo anno, visto che scrivi ". . . mi pare comprensibile sentirsi più coinvolti da progetti > VICINI > e dai risultati a brevissimo termine " ? Grazie per la cortese risposta.
Un saluto ai Piazzesi,
Pippo MERCATO (warship@alice.it)
Bello paese e bello villaggio operaio. Sarà un onore, gemellarci. Epperò, bisogna ricordare che un villaggio di operai tessili, al sud, era nato già 100 anni prima. E primo al mondo. San Leucio, con le case aggratis e l’istruzione obbligatoria maschile e femminile e 11 ore di lavoro, invece delle 14 europee. E tutto ciò, mentre in Francia si “decollava”. Poi, con l’unificazione, il declino e il degrado. Ed è emblematico come il declino del sud, tutto il sud, e la crescita del nord, compreso il tessile di Crespi, si sia sviluppato, o sottosviluppato, in seguito alla unificazione e allo scempio savojardo. Sarà un onore, gemellarci. Ma facciamolo con la orgogliosa consapevolezza della nostra Storia.
RispondiEliminaBravo Giovanni, questo è parlare storicamente, onestamente e concretamente. San Leucio si trova a pochissimi chilometri da Caserta, per cultura generale.
RispondiEliminaAllora un gemellaggio con S.Leucio sarebbe vicino e concreto!
Eliminaconoscendo abbastanza bene i cittadini superattivi, operosi, lavoratori instancabili e duri, non credo che proprio in questo critico momento storico saranno tanto felici di affratellarsi con noi siculi che rappresentiamo,a detta loro, tutto il contrario.
RispondiEliminaSenza entrare nello specifico e nella inutile diatriba,sarebbe bello conoscere il bilancio delle esperienze precedenti con Canelli,Spello,Ventimiglia,al di la' delle visite ufficiali e dello scambio di doni.Scusate la mia ignoranza in merito,potrei difatti sbagliare.
EliminaBhè in effetti noi di Piazza ci distinguiamo per l?alto senso civico, altruismo ,per la scarsa invidia e non ultimo per il senso elevato dell'umiltà...
RispondiEliminaanonimo 3 apr 8:39
Ho compreso! Capito Vi ho !
RispondiEliminaMiei cari Concittadini, scusate il disturbo che Vi ho arrecato.
Tutto tranquillo, tutto a posto. Intendiamo rimanere eternamente
svagati . . . . ma lucidi e vigili !
Un abbraccio a tutti (tanto siamo distanti oltre 1000 km) fisicamente,
ma anni luce in fatto di "dinamismo cosciente e responsabile".
Pippo MERCATO (warship@alice.it)
Naturalmente ho apprezzato (e condiviso) quanto argomentato dal Signor Giovanni Piazza che giustamente citava anche (non quel famoso biscotto tipico di Piazza . . ., si, appunto . . . i savoiardi) . . . . e non solo.
RispondiEliminaGrazie ai due che mi hanno compreso: Giovanni e Taninu.
Pippo MERCATO (warship@alice.it)
^ siciliani prima dell'invasione dei mille erano ricchi e operosi ,c'erano molte ditte manifatturiere nel tessile e nell'agricoltura e tante altre fiorenti attività;i savoia si portarono via tutto compreso macchinari e tutti i prodotti cerealicoli mettendoci tasse su tutto.Io sono stata sempre per l'unità d'Italia ma non a spese del sud com'è tuttora .IN Sicilia l'industria produce e gli imprenditori le tasse le pagano al nord e qua ci lasciano le scorie e l'inquinamento.
RispondiEliminaI piazzesi sono sempre stati ospitali .Se un forestiero apriva un negozio o altra opera lavorativa aveva fortuna .Io mi ricordo i negozi di tessuti in via Umberto erano tutti di san Michele O di Mirabella quindi non mi sorprende se si fa gemellaggio conun cosi bella cittadina del nord Italia
RispondiEliminal'erba del vicino è sempre più verde...
RispondiEliminaBadduttari...
Non sara' una sporadica anonima osservazione critica a far pendere la bilancia da una parte;ne' si e' fatto un referendum locale in merito.I mezzi di cui disponiamo oggi per comunicare ci consentono l'immediatezza delle opinioni, non la messa in atto di progetti.Sarebbe meglio ,per i promotori, un po' di acredine in meno e la determinazione a portare avanti un progetto, se utile e coinvolgente per le comunita'.
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