I trìglifi e le mètope nel cornicione del lato Sud |
Le due mètope del lato Est |
Per completare l'argomento "campanile" della nostra Cattedrale, non si può non parlare delle mètope (formelle di pietra scolpite a rilievo) inserite tra i trìglifi (blocchi di pietra qui con solo due scanalature centrali invece di tre) presenti nel grande cornicione che separa i primi due piani in stile gotico-catalano dagli ultimi due in stile rinascimentale-classicista. Il lungo fregio a ca. 30 metri d'altezza risulta poco visibile ed è per questo che sono pochi quelli che ne conoscono l'esistenza. E se anche la conoscono, non riescono a distinguere bene le figure scolpite a rilievo, se non in possesso di un binocolo o di un teleobiettivo. Il fregio con questi elementi architettonici si sviluppa non solo per tutto il lato Sud del campanile (foto in alto), ma dalla foto in basso ci accorgiamo che anche nel lato Est esistono altre due mètope. Questo ci fa supporre che il fregio doveva continuare per tutto il perimetro del campanile prima che venisse inglobato definitivamente. L'elemento decorativo del lato Sud presenta 13 trìglifi che racchiudono 12 mètope con le seguenti immagini da sx: 1^ rosone a cinque petali; 2^ rosone a cinque petali; 3^ viso racchiuso in un cerchio; 4^ viso di profilo posto dentro una mezzaluna; 5^ viso con copricapo; 6^ aquila con serpente tra gli artigli; 7^ rosone a cinque petali; 8^ mascherone con orecchie a punta e corna; 9^ viso circondato da sette foglie; 10^ stella a otto punte; 11^ rosone a cinque petali; 12^ rosone a otto petali in una corona. Quello appena visibile dal lato Est presenta due mètope: 1^ rosone simile a quello della 12^ del lato Sud; 2^ viso con bocca aperta, avvolto da due serpenti che s'incrociano sulla testa. Oltre a queste sculture a rilievo ne esistono altre due appena sotto l'ultimo cornicione degli ultimi due piani a Sud. Non si tratta di mètope bensì di sculture a rilievo su blocchi di pietra calcare bianca, dove sono rappresentati due mascheroni mostruosi con corna e orecchie appuntite simili a quello dell'8^ mètopa sottostante. La rappresentazione di maschere mostruose o demoniache, o di uomini zoomorfi con le orecchie appuntite e corna sulla fronte, fa riferimento all'iconografia dei satiri ed è associata a virtù magiche, propiziatorie e apotropaiche (per mantenere lontani gli spiriti maligni) oltre che a funzione decorativa vera e propria. Ma le sculture che compaiono dentro e fuori le chiese, quindi anche dentro e sui campanili, si rivelano depositarie di una sapienza che va al di là del fine decorativo o, se si vuole, anche genericamente narrativo. Faccio qualche esempio: la stella a otto braccia, o rosa dei venti, simboleggia lo Spirito di Dio che soffia sulle Acque originali della Genesi per operare la creazione; l'aquila regina dei volatili, emblema della percezione diretta della luce divina, essendo un rapace è nemica dei serpenti che strisciano sul terreno e quindi è un antagonista della materialità; la mezzaluna è il simbolo della notte.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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