Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

sabato 4 aprile 2015

L'illuminazione a Piazza 2

Piano Santa Rosalia anni 30
A proposito dell'illuminazione nella nostra Città, vi riporto le righe dedicate al tema dal prof. Giovanni Contrafatto (1910-2004) nel suo libro Memorie Armerine del 1991: "Nel 1904 Piazza ebbe finalmente la luce. La centrale elettrica¹ fu impiantata nell'isolato di proprietà del Comune tra la discesa Pescheria e la via Santa Rosalia². La luce veniva erogata la sera, dall'imbrunire fino alle sette del mattino seguente. Per molti anni, ad avere la luce a casa erano pochi, essendo considerata un lusso che non tutti potevano permettersi. La maggioranza continuò a servirsi del lume a petrolio, della fioca luce delle steariche o della lucerna, alimentata perlopiù con morchia ed olio non commestibile. Per le strade passavano venditori ambulanti con due bidoni di latta contenenti uno petrolio e l'altro olio, che la povera gente comperarva a decilitri. Tanto, quasi tutte le famiglie di contadini ed operai, dopo il pasto serale, consumato al rientro a casa del capofamiglia, non tardavano a mettersi a letto. Purtroppo, allora, la giornata lavorativa dei contadini e degli operai iniziava appena giorno e si chiudeva al tramonto del sole. Solo dopo il 1929, col passaggio del servizio di illuminazione della città, dal Comune alla Società Generale Elettrica, gestita dai Fratelli Prestifilippo, Piazza Armerina potè avere la luce erogata 24 ore su 24".
A questo punto fanno la loro comparsa i primi contatori, di bachelite di colore nero e senza limitatore di potenza, appoggiati sopra una tavoletta e installati per una somma non di poco conto insieme a qualche raccomandazione. In questo modo molte famiglie che se lo possono permettere spengono i lumi e accendono qualche misera lampada di alcune candele o pochi Watt. Qualche decennio dopo vengono installati dei contatori a gettoni, come per i telefoni. Successivamente per il pagamento di quei pochi consumi elettrici c'è l'esattore³ che il mese prima passa con la pila tascabile per rilevare la lettura dei contatori, e il mese dopo ripassa, con la sua borsa di cuoio piena di monetine, per l'incasso dei consumi rilevati. Successivamente il pagamento viene effettuato presso l'esattoria che a Piazza si è sistemata in via Vittorio Emanuele al n. 11, dove poi si metterà il sig. Piana col suo negozio di materiale elettrico e tabacchi.

¹ Al secondo piano del grande edificio a sx nella foto. Tempo prima, al posto di questo edificio, sorgeva la chiesa (del1624) e il monastero (1742) delle Carmelitane di Santa Rosalia.
² Il rumore, specie per chi abitava nelle immediate vicinanze, era assordante. Ma dopo qualche tempo al continuo "bum, bum" notturno del motore a nafta fecero tutti abitudine, anzi conciliava il sonno divenendo familiare. Ricordava mia madre che abitava lì vicino, che quando la centrale fu smantellata, a qualcuno spuntò persino qualche lacrima.   
³ Nei primi anni gli esattori a Piazza saranno quasi tutti ex operai e dipendenti della centrale elettrica a nafta di Santa Rosalia, molti di loro poi saranno impiegati come bidelli nelle scuole cittadine. 

Gaetano Masuzzo/cronarmerina  

8 commenti:

  1. una mattina del tardo autunno del 1936 ,mio padre si alzò la mattina presto e disse luce elettrica sia .Andò a chiamare un povero operaio e così comprarono il materiale occorrente e in pochi giorni avemmo la luce in casa ;lampadine da 5 candele sui comodini e da 10 nei lampadari.doveva nascere mia sorella e c'era tanta attesa e felicità

    RispondiElimina
  2. Degli esattori ne ricordo uno,sempre lo stesso per anni : un signore alto,di carnagione scura,in divisa più o meno blu con relativo cappello con visiera,; se non sbaglio si chiamava CONTI e faceva parte della banda cittadina.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto. Si chiamava proprio Conti, ma qui il nostro Prof. Gaetano potrà essere più preciso, viste le sue conoscenze!! Ricordo anche un altro signore che si occupava di elettricità (manutenzione pali della luce ed altro), il sig. Grancagnolo che ultimamente abitava in una casa nella zona quasi di fronte al cimitero.

      Elimina
    2. Il sig. Grancagnolo Rosario (zzìu Saru) era cognato di mia zia Ida Bilardo, moglie di mio zio Marino Pippinello maresciallo nell'aeronautica a Catania.

      Elimina
  3. io sono più longeva ,prima di Conti c'era il signor Caltagirone ,Entrambi abitavano vicino casa mia ed eravamo anche amici

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma il sig. Caltagirone vendeva lo stesso materiale del sig. Conti ?

      Elimina
    2. Pippo Conti era mio zio non.faceva parte del corpo bandistico e.il negozio in via Cavour era gestito prima dal.padre Ernesto
      Roberto Bonifazio

      Elimina
  4. Si, suonava il trombone e spesso dirigeva anche.

    RispondiElimina