Ormai completamente in stato di abbandono questa fontana con relativa gèbbia si trova a poche centinaia di metri dalla chiesetta di Piazza Vecchia, sotto la strada che porta al santuario. La portata del flusso d'acqua (foto in basso) è consistente e tiene sempre piena la grande vasca (oltre i 20 metri di lunghezza, 8 di larghezza e 2 metri di profondità) o gèbbia a ciaccësa (foto in alto). Questo temine di origine araba l'ho trovato scritto in ben 6 modi diversi: gèbiya, gabija, gièbja, giabiya, djàbia, ma sta a indicare la stessa cosa "vasca per la raccolta dell'acqua". Accanto alla vasca, profonda almeno un paio di metri, passa l'antica mulattiera poi sostituita dalla più comoda carrozzabile e, successivamente, carrabile asfaltata, più a monte. La grande capacità fa presupporre la vastità delle coltivazioni sottostanti, soprattutto di giardìng î n'zzòli che hanno bisogno di essere continuamente irrigati specie se rivolti a levante. E' proprio in questo mese che si faceva dalle nostre parti la prima raccolta delle nostre nocciole da tutti ritenute di grande qualità. Questa prima cugghiùa prevedeva la prima scutulàda, dopo due settimane s' traculìav'nu arrèra i rami e s' r'pìgghiava a cugghiùa. Il lavoro era sfiancante ma grande era l'insegnamento che dava e, come dice Lucia Todaro nel suo Calendàri â ciaccësa: "il giardino è come la famiglia, dura sino a quando si rinnova con i giovani rami... se no muore!". Nei prossimi giorni parleremo ancora della raccolta delle nocciole, che rappresentava una grossa fetta dell'economia cittadina, tanto che sino a subito dopo il secondo conflitto mondiale, Piazza era la seconda città della Sicilia come quantità di nocciole raccolte. Gaetano Masuzzo/cronarmerina
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