Se ricordo bene, il detto "Tu si còm u scium Vaddutànu" andava in voga a Piazza sino agli anni Sessanta/Settanta, poi niente più. Spesso lo sentivo ripetere da mia mamma nei miei confronti o, qualche volta, di altri familiari e parenti. Devo ammettere che a me, non sapendo cosa volesse dire, non faceva né caldo e né freddo, anche se qualcosa, seppur lontanamente, intuivo, perché bastava fare due più due per avere il risultato di quattro, ovvero il duro rimprovero per aver esagerato, ancora una volta, nel fare una certa azione. Faccio un esempio, prima di spiegare da che cosa deriva il detto. Come tanti "geni" io a scuola andavo così così, e in certi periodi "nan n vulìva màncu d' calàta", ovvero "non ne volevo neanche di discesa" cioè studiavo di malavoglia, perché avevo altro a cui pensare. Il gioco a casa o quelli in via Bonifacio con i compagni, l'associazione cattolica a Santa Veneranda, cioè ancora il gioco, leggere giornaletti, insomma altri importanti interessi. Certi periodi, invece, mi sedevo sulla mia piccola scrivania, che poi non era altro che il tavolino della cucina o una sedia, subito dopo pranzo e non mi alzavo se non dopo aver fatto tutti i compiti e oltre, per ore e ore. Forse è meglio non esagerare, per mezz'ore e mezz'ore. Quindi passavo dal completo disinteresse, che poteva sfociare in negligenza, all'impegno totale che mi coinvolgeva completamente, gettandomi appassionatamente a capofitto. E così nello sport, nelle amicizie, negli affetti, etc., con risultati non sempre positivi e soddisfacenti per la mente, per il cuore e per l'anima. Però, tornando al significato, non capivo a che cosa si riferisse il termine "vaddutànu".
Di recente ho avuto la possibilità di avere tra le mani il volume Storia di Piazza - Uomini Illustri del nostro concittadino avv. Alceste Roccella. Ebbene, leggendolo avidamente, quasi tutto, mi sono imbattuto in un feudo in possesso di alcuni nostri illustri concittadini, il Gallitano e, tra parentesi, quasi sempre, come veniva chiamato dai Piazzesi, Vaddutanu, senza accento. Subito è partita la ricerca per capire il nesso tra il feudo e il famoso proverbio. Alla fine sono arrivato a questa spiegazione.
Il «vasto feudo nobile Gallitano» come dice in una nota il Roccella, si trova «Oggi [...] in provincie di Girgenti con miniere di zolfo appellasi vulgarmente "Vaddutanu"» e, più precisamente, ce lo indica il medico e sacerdote Giuseppe De Gregorio (1703-1771) nel suo opuscolo stampato nel 1746 «Il Ragionamento accademico intorno ad una mofeta di un'acqua minerale di Sicilia; fatto storico fisico accaduto nel feudo del Gallitano, cinque miglia distante dalla terra di Mazzarino» e a est di Sommatino, dove «la Valle del Salso si spalanca in una vasta conca oblunga, definita dalla terrazza fluviale e chiusa tutt'intorno dai rilievi dell'altopiano gessoso - solfifero. Il fiume [Salso o Imera Meridionale] serpeggia pigro lungo la pianura, descrivendo cinque grandi anse tra brevi colline argillose modellate dalle arature, prima di sparire inghiottito dallo stretto di Gallitano»¹.
Quindi, il feudo Gallitano è attraversato dal fiume Salso chiamato in questo tratto Gallitano, in dialetto Vaddutànu. Il fiume qui trova uno stretto con delle gole che ne rallentano la portata, quasi nulla nella stagione secca, ma che le forti precipitazioni autunnali provocano piene improvvise, che possono anche causare pesanti danni ai terreni adiacenti al corso del fiume².
Ecco spiegato come "Vaddutànu" fosse la dizione dialettale di Gallitano, come veniva chiamato il tratto del fiume Salso - Imera Meridionale quando attraversava, appunto, il feudo omonimo, posseduto da nobili piazzesi, e quindi conosciuto bene dai compaesani, ed esistente tra Mazzarino e Sommatino (vedi foto)³. Il fiume in quella zona era ricordato per l'esigua portata durante la stagione secca e per le piene improvvise e abbondanti da provocare frequenti inondazioni, specie in autunno. Tutto ciò spiega perché il fiume veniva preso da esempio per indicare qualcuno (o qualcosa) che non aveva mezze misure, proprio còm u sciùm Vaddutànu, quàn a sìccu sìccu, quànn a sàccu sàccu... còm i 'nvasàti!
¹ Gazzetta Ufficiale - Regione Sicilia, DECRETO ASSESSORIALE 3 maggio 1997 - Dichiarazione di notevole interesse pubblico della Bassa Valle del Salso o Imera Meridionale. (GU Serie Generale n. 187 del 12-08-1997).
² Cfr. Wikipedia, Imera Meridionale - Regime, 24/10/2019.
³ 6 km a ovest di Mazzarino e 4 km a est da Sommatino.
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