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Piazza Generale Cascino, oggi |
COME SE LO AVESSI ACCETTATO
La valigia in una mano nell'altra la borsetta
Camminano al Generale Cascino,
In una giornata di fine Ottobre
Ancora sotto il sole
Hanno l'aria stanca,
Di quelli che hanno fatto un lungo viaggio.
Eh già, sono due piazzesi che vengono dal Nord fino a qui
Al paese, per la festa dei morti
Questo viaggetto lo fanno ogni anno
Non solo per portare i fiori ai loro morti
Ma perché sono molto affezionati a Piazza
Che li fece nascere.
Lui, il marito, cammina avanti diritto per la sua strada
Ha fretta di arrivare a casa sua
Lei, la moglie, gli va dietro
Il passo un po' più lento,
Ma qual è il motivo? Perché sarà più stanca?
No, il motivo non è questo.
I suoi occhi non hanno premura, sono desiderosi di guardare
I banchetti con la verdura al mercatino
Quella verduretta tanto desiderata al Nord
Se la vorebbe comperare ora, tutta. Portarsela a casa
Incominciarla a pulire e a cuocere prima di disfare la valigia
Qualche volta, nel suo avanti e indietro Nord-Sud
E' capitato proprio così.
Quand'ecco, nelle vicinanze del banchetto di Mario,
Uno dei suoi amici verdurari,
Accade qualcosa che sa di commovente.
Mario, l'uomo che aveva già visto la donna in lontananza
Le porge la mano, e dentro cosa c'è?
Un bel ficodindia arancione e giallo
E' il suo modo di darle il benvenuto.
Glielo vorrebbe sbucciare per farglielo mangiare ora stesso
Ancora tutta imbacucata e sempre con la valigia in mano
"Bentornata a Piazza signora! La vedo stanca
Si ristori con questo bel ficodindia! Ora glielo sbuccio"
La donna si ferma un momento per salutarlo
E' emozionata per questo gesto
Che ha il sapore della vera amicizia, del vero affetto.
Eccome se volesse mangiarlo quel bel ficodindia!
Ma cento passi avanti, c'è suo marito
Che per primo, i ficodindia non gli piacciono
Per secondo, ha premura di arrivare a casa
(neanche avesse figlioletti che lo aspettano)
Terzo e ultimo, lui non è portato per queste smancerie.
Nel mentre (lui) si è fermato per guardare la scena
E i suoi occhi sembra che dicessero
"Dai! Rosà, muoviti, che hai dieci giorni di tempo
per mangiarti tutta la verdura e i ficodindia che vuoi"
La donna, che capisce suo marito al muovere delle ciglia,
Per non fare chiacchiere non appena arrivati,
Lo ascolta e si sbriga a camminare.
Guarda di nuovo il bel ficodindia
Tenuto in mano con tanta delicatezza,
Come se non avesse spine,
Chissà come doveva essere dolce?
"No, grazie di tutto cuore,
COME SE LO AVESSI ACCETTATO"
Domani mattina ci vediamo.
ROSALBA TERMINI, 2015
Gaetano Masuzzo/cronarmerina