Oggi a Palermo si festeggia il 389° Festino per Santa Rosalia, in ricordo del ritrovamento del corpo della Santa che, portato in giro per le trade, salvò la città e tutta l'Isola dall'epidemia di peste. Ma non ci può essere FISTINU senza retroscena gastronomico. A fare da cornice ai momenti religiosi e alla grande festa ci sono le immancabili bancarelle appartenenti agli acquaioli e ai siminzari. Questi vendono lupini, calia, miricanella, cruzziteddi (castagne secche) noci e simenza, ovvero tutto quello che va sotto il nome U'SCACCIU. Ma soprattutto non ci può essere Fistinu senza i babbaluci. Il famoso detto palermitano sostiene che: "Babbaluci a sucari e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari". Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it
Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina
domenica 14 luglio 2013
Oggi u F'stìngh pa Santa
Oggi a Palermo si festeggia il 389° Festino per Santa Rosalia, in ricordo del ritrovamento del corpo della Santa che, portato in giro per le trade, salvò la città e tutta l'Isola dall'epidemia di peste. Ma non ci può essere FISTINU senza retroscena gastronomico. A fare da cornice ai momenti religiosi e alla grande festa ci sono le immancabili bancarelle appartenenti agli acquaioli e ai siminzari. Questi vendono lupini, calia, miricanella, cruzziteddi (castagne secche) noci e simenza, ovvero tutto quello che va sotto il nome U'SCACCIU. Ma soprattutto non ci può essere Fistinu senza i babbaluci. Il famoso detto palermitano sostiene che: "Babbaluci a sucari e fimmini a vasari nun ponnu mai saziari". Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it
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