Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

domenica 10 maggio 2015

La Muscatèdda dözz

A sx la piccola campana chiamata Muscatèdda
La stessa scultura del lato Sud
Qualche visitatore del blog mi ha chiesto quale fosse la campana chiamata Muscatèdda. Potrebbe essere quella sulla sx nella foto in alto. E' la più piccola delle 6 campane presenti sul campanile della nostra Cattedrale. Quattro sono in funzione, tra le quali ci sarebbe la Muscatèdda (piccola e dal suono dolce come gli acini da racìna muscatèdda, dalla quale si ricava u vìngh muscàt dözz dözz), due invece sono a "riposo" sul ripiano di una delle grandi finestre. La foto è stata scattata nell'aprile del 2009, quando mi è stata data la possibilità di salire, insieme ad alcuni alunni e insegnanti della Scuola Media "Capuana", sull'alto e antico campanile in restauro. Un'altra cosa che mi è rimasta impressa, mentre salivo la lunga e ripida scala a chiocciola, è l'aver trovato in uno dei due lati del campanile (ovest o est difficile dirlo perché non c'era alcun punto di riferimento), la stessa scultura a rilievo (foto in basso) che si vede sulle finestre cieche del lato sud, a dimostrazione che la torre tardogotica (seconda metà del Trecento in poi) era libera su tre lati (ovest, sud ed est) con prospetti analoghi a quello sud, mentre il fronte nord era inglobato nella precedente matrice trecentesca che, molto probabilmente doveva essere in pietra calcarea bianca come i primi cinque livelli della torre (zoccolo massiccio, due lisci senza sculture e due con finestre cieche). Un'altra possibilità ci viene suggerita dal poeta Girolamo Giusto in una nota alla sua poesia La Cùpula Virdi, quando ci parla della Muscatèdda: <<Una delle due campane dell'orologio del Duomo. Fu trovata sepolta insieme col Vessillo del Conte Ruggero>>. Quindi, può darsi che si riferisca alle campane una volta presenti sul tetto merlato del campanile della Cattedrale che segnavano l'ora di un orologio, come risulta dal disegno che riporto qui sotto, perché di foto antiche a quell'altezza che le ritraggono chiaramente non ne ho trovate. 
     
Gaetano Masuzzo/cronarmerina

15 commenti:

  1. Come al solito descrizioni precise e documentate. Bravo Prof. Ma il disegno in fondo, da dove proviene? Non mi dica che l'ha fatto lei, altrimenti qui siamo già pensando ad un Oscar per l'architettura, per la storia, ecc.

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    1. Ora no esageriamo, il disegno è stato tratto da uno studio di un architetto di cui adesso non ricordo né il nome né il titolo.

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  2. Mi sono sempre chiesto perché non danno la possibilità di poter salire almeno sino alle terrazze laterali, non credo per motivi di sicurezza.

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  3. Le due campane esterne in alto al campanile venivano suonate per l'ora della "glurienna" velocemente all'ave maria, Inoltre quando morivano bambini e quando si doveva dare l'allarme per incendi in zone.

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    1. Il termine "glurienna" mi è completamente nuovo. Interessante sapere del suono delle campane esterne per i due motivi dolorosi e pericolosi. Grazie

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  4. Parafrasando HEMINGUAY si potrebbe dire PER CHI SUONA A MUSCATEDDA?
    Direi per tutti;ogni campana,da sempre,scandisce il tempo ed accompagna gli episodi lieti o tristi della comunità cristiana e non;accompagnò anche la notte insonne e travagliata dell'INNOMINATO di manzoniana memoria e la sua successiva drammatica conversione.
    Quanti ""miracoli "" ha realizzato la piccola e dolce MUSCATEDDA con e grazie alle sue note non gravi ? Ai piazzesi,nuovi e vecchi, il non difficile compito di rispondere.

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  5. Mi ha molto incuriosito il termine glurienna (forse GLURIEDDA,una sorta di diminutivo di
    GLORIA? ).Volendo saperne di più.ho chiesto lumi ad un prete giovane ma molto interessato a simili argomenti,trovando conferma,quando mai ce ne fosse stato bisogno,
    di quanto detto dal lettore Muscarà nonchè altre informazioni e dettagli non irrilevanti di cui non conoscevo l'esistenza.Intanto non sapevo che ci fosse un codice funebre delle
    campane nè che la consuetudine è prescritta dalla liturgia dal momento che la morte di un bambino prefigura l'assunzione in cielo,perciò--dice G.PITRE'--volendo suonare le
    campane alla morte loro,debba farsi non con suono lugubre ma, piuttosto festivo.
    Volendo restare in Sicilia,due esempi mi sembrano interessanti : lo scampanio per la morte di un bambino è detto U LLORIA a Sortino, A GLORIA a Calamonaci.
    Ferma restando l'applicazione della liturgia,sono consentite varianti locali.
    Due esempi : 1---ISNELLO (PA) sulle Madonie.Il suono per la morte di un bambino era detto GLURIUNI e derivava da una serie di tocchi della campana più piccola seguiti da quella delle due più grandi.
    2---PETRALIA SOTTANA (PA) zona Madonie :se il bambino non era battezzato,l'annuncio della sua morte,chiamato GLORIA NICA (PICCOLA),era dato da 2 campane :se battezzato ,le campane erano 4 e si parlava di GLORIA RANNI (GRANDE).
    P.S.GLORIA NICA E GLURIEDDA mi sembrano se non sinonimi almeno ""parenti stretti "".Ancora una volta GRAZIE PROF. PER AVER CONSENTITO.COL SUO LAVORO, SEMPRE NUOVI ORIZZONTI.

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    1. Mi sa tanto che Gluriedda (piccolo "gloria") sia il termine esatto. Da un semplice post che parla di una "piccola campana" avete visto cosa s'impara?! Bravo anonimo, questi sono commenti coi fiocchi. Alla prossima. Ciao

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  6. Grazie prof.per il suo apprezzamento; la forza evocativa del lessico e dell'immaginario collettivo e popolare non finiranno mai di stupirmi come in questo caso dove dai piccoli acini ,di straordinaria dolcezza , di un vitigno detto MUSCATEDDA si passa ad una piccola campana dal dolce suono che accompagna il dolce volo di un ANGELO verso la gloria cercando di rendere il più lieve possibile un evento di per sè tragico.

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  7. Quando ero piccolo e mia nonna abitava vicino a S. Rosalia (cortile Minella, tanto per essere esatti), avevamo imparato tutti i suoni delle campane ed il loro significato. Sapevamo distinguere se si trattava della Cattedrale, di S. Stefano o di Santa Veneranda; inoltre, specialmente quando le campane annunciavano la morte di qualcuno, alla fine si capiva se era un uomo o una donna oppure se era uno benestante (in tal caso alla fine si facevano delle "tirate" particolari). Ricordo ancora le suonate della signorina Enza Abate presso la chiesa di S. Veneranda, quella in cui crescemmo con l'allora Padre Roccaverde? (in questo momento non sono sicuro del nome). Dimenticavo: allora si stava molto attenti anche al suono delle campane dell'orologio di Piazza Garibaldi che fornivano l'ora esatta. Una volta, mio cugino Walter; riuscì a portarmi fino in alto per vedere tutto il meccanismo di funzionamento dell'orologio, con pesi e contrappesi vari.

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    1. Volevi dire mons. La Verde, lo specialista in fatterelli che ci raccontava a noi a bocca aperta, nella predica durante la messa domenicale dei giovani a Santa Veneranda.

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    2. Mi scusi, Prof. Era proprio mons. La Verde. Chissà perché mi è venuto in mente Roccaverde. Se non sbaglio in alcuni post dovrebbe esserci qualche notizia sulla chiesa di Santa Veneranda; luogo dove sono maturate le menti più eccelse di Piazza Armerina e che poi si sono sparse per tutto il globo terrestre per portare scienza e conoscenza!!!

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  8. Negli anni 50 mons. La Verde era il parroco, padre Umberto Golino era il suo vice. L 'associazione (così allora si chiamava il duo oratorio) era frequentato da tanti ragazzini egiovani studenti che frequentavano anche la Fuci nel cortile Fundro '/municipio.

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  9. Io , che pure frequentavo S.Veneranda,non ricordo come vice parroco padre Golino.
    Ricordo bene , invece,padre Golino insegnante di religione al LICEO CLASSICO,di cui ho un ottimo ricordo per la sua capacità didattica innovativa,capace di suscitare interesse negli alunni sia per i contenuti delle lezioni sia per come venivano proposti cioè in modo dialogante e non noiosamente ex cattreda.Si tratta della stessa persona ?

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    1. Non mi risulta che Padre Golino sia stato, negli anni '50, il Vice di Mons. La Verde. Può darsi, ma consiglio di far riferimento al nostro prof. Gaetano che ne sa una più del... diavolo (questo termine ci sta proprio a pennello!!!).

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