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Targa stradale nel quartiere Monte |
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Oggi vi spiego a chi si riferisce il cognome nel cartello di un cortile del quartiere Monte, proprio dietro la I Matrice della Città, San Martino di Tours. Proseguendo oltre, c'è la breve strada intitolata alla chiesa di Gesù e Maria, anticamente fuori la Porta di San Martino, nel dirupo verso gli orti. Nel 1866 i frati Fatebenefratelli, che sin dal 1690 avevavo gestito l'
Ospedale intitolato al loro Santo fondatore, San Giovanni di Dio, vanno via e viene nominato rettore, sia del loro ospedale che di quello accanto, voluto nel 1771 da
Michele Chiello, il notaio
Remigio Roccella. Il chierico Michele Chiello aveva fondato un nuovo ospedale, limitrofo all'altro ma con una amministrazione distinta e separata, perché da quasi mezzo secolo l'antico e unico ospedale che c'era in città registrava una cattiva amministrazione. Il Roccella una volta rettore dei due ospedali, con l'aiuto dei beni della baronessa
Carmela d’Acquino vedova di Vespasiano Trigona Calafato, delle donazioni del
sacerdote Pasquale Maltisotto, della signora
Adelaide La Vaccara e del sacerdote
Vincenzo Starrabba (1730-1803) dei principi di Giardinelli e marchese di Rudinì, risana il bilancio amministrativo del primo e aquisisce, nel frattempo, l’attiguo convento di San Francesco facendolo diventare la nuova sede dei due Ospedali cittadini, il "San Giovanni di Dio" e il "Chiello", riuniti sotto l'unico nome di "Ospedale Michele Chiello". Pertanto, sia la chiesa che l’Ospedale "San Giovanni di Dio", limitrofi all'altro, rimangono abbandonati. Sessant'anni dopo, nel 1931, i resti della chiesa crollata nel 1876 verranno abbattuti definitivamente, per consentire la costruzione di un'altra ala dell'ospedale "Chiello". La nuova ala all'inizio verrà adibita a sede temporanea della
Regia Scuola Industriale Arti e Mestieri, intitolata nel 1927 al Deputato al Parlamento Calogero Cascino (1864-1932). Dopo qualche mese la Regia Scuola si trasferirà definitivamente nella nuova sede inaugurata nel 1928, lungo il viale ancora senza nome che porta al nuovo quartiere "Cannizzaro". Ecco chi si nasconde dietro quel cognome un po' particolare che ai più non dice nulla, un sacerdote grande benefattore che aiutò il nostro nosocomio poco dopo l'Unità d'Italia.
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