Sepolcro barone Marco Trigona, XVII sec., Cattedrale, Piazza Armerina
Sepulcher baron Marco Trigona, 17th century, Cathedral, Piazza Armerina

venerdì 31 maggio 2013

Al Generale/Maggio 1940

Non poteva mancare in questo mese un post dedicato all'inaugurazione di uno dei monumenti simbolo della nostra Città. Nel maggio del 1940 (esiste un breve filmato dell'Archivio Storico Istituto Luce datato 21/06/1940) veniva inaugurato il monumento costruito dall'architetto piazzese Domenico (Mimì) Roccella (1903-1946) e dallo scultore Alfredo De Marchis¹, in onore della Medaglia d'Oro al Valore Militare della I Guerra Mondiale Antonino Cascino (1862-1917). Alla manifestazione era presente l'alto dirigente del Partito Fascista e grande mutilato di guerra Carlo Delcroix (1896-1977) nonché mio padre Gino nella prima fila della grande tribuna eretta sul lato Ovest del monumento. Al nostro Generale, morto il 29 Settembre 1917 all'ospedale di Quisca (oggi Kojsko, in Slovenia) in seguito all'infezione della ferita alla coscia provocata da una scheggia di granata il 15 settembre sul Monte S. Gabriele (3 Km. a Nord-Est di Gorizia) dopo aver conquistato qualche settimana prima il vicino Monte Santo (2 Km. a Nord dal S. Gabriele e 3 a Sud dal Vodice), vennero dedicati nel 1922 un Cacciatorpediniere della Regia Marina, nel 1939 un Borgo Rurale a ca. 10 Km. a Sud-Ovest di Enna e numerose Caserme, Piazze e Vie in tutta Italia. Il suo corpo riposa nella III cappella, nonché passaggio al chiostro, della navata di sx della chiesa di S. Domenico Pantheon di Palermo.  
¹ Nel maggio 2018 la nipote Roberta De Marchis Consulich con un commento sul mio blog "CRONOLOGIA" mi ha fatto sapere che il nome esatto dello scultore era Giandomenico De Marchis e non Alfredo.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.blogspot.it

 

5 commenti:

  1. prof mi interesserebbe conoscere,la sua opinione sulle "gesta" del gen.Cascino.un mio prof.di scuola lo dipingeva come uno spietato e ambizioso gen.che spingeva i soldati anche in azzardi al limite della follia,per mera ambizione personale.

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    1. Non so se tu abbia fatto il servizio militare, io nel mio piccolo sì! La vita militare è tutto un altro mondo, un altro pianeta. Chi la sceglie, per tanti motivi, sa, o se ne renderà conto giorno dopo giorno, che ci si forma un'altra mentalità, dove l'obbedienza, e quindi il comando, sono e devono essere completamente ciechi. Te lo immagini il comandante che mette democraticamente ai voti la sua decisione se attaccare o meno, se avanzare o meno, se ritirarsi o meno? Non mi stupisco se leggo, vedo o sento di atrocità in guerra. L'uomo in queste circostanze diventa un'altra cosa, chiamamola bestia spietata? Come tutte le guerre, che servono soltanto a smaltire gli armamenti che vengono accumulati in un certo periodo dalle nazioni che le fabbricano e che poi colgono, o creano, l'occasione per smaltirle. Ti faccio una domanda e se vuoi puoi rispondermi: "Da quanto tempo non si fa una guerra in un paese occidentale che costruisce armi?". Se puoi ti consiglio di vederti il film "Uomini contro" di Francesco Rosi, poi mi dirai!

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  2. il prof. ha ragione. La guerra è guerra.Non c'e situazione uguale dove il fine giustifica il mezzo,specie il quella del 15 18 dove c'era la guerra di posizione: si doveva andare a conquistare quella collina comunque, a costo di centinaia e centinaia di morti ad ogni assalto.Lo sapete quanti disertori ci furono in quella guerra pazzesca?

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  3. Só che l'articolo é del 2013 ma spero che arrivi questa informazione.
    Sono nipote dello scultore e si chiama Giandomenico de Marchis e non Alfredo.
    Chiedo la gentilezza di corregerlo.
    Cordiali saluti
    Roberta de Marchis Cosulich

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  4. Correzione effettuata immediatamente. Grazie per il suo intervento che mi ha aiutato a ovviare a questo errore quasi secolare. La correzione verrà fatta anche sulla mia prossima pubblicazione sui "Mille anni di Piazza Armerina", una sorta di mini-enciclopedia sulla mia Città. InvitandoLa a seguirmi anche sul mio sito internet www.cronarmerina.it, Le invio cordiali saluti e mille grazie.

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