La IV cappella a dx, chiesa di San Pietro, Piazza Armerina
Nel dicembre del 2012 prima e nel marzo del 2016, pubblicai i risultati della ricerca riguardante la piazzese Terziaria francescana Serva di Dio, suor Arcangela Tirdera, vissuta nella seconda parte del XVI secolo. Leggendo a malapena l’iscrizione sotto l’affresco in Pinacoteca Comunale, che raffigura suor Arcangela che regge tra le braccia un Bambino Gesù, consultando il Villari in Storia Ecclesiastica..., 1988 a p. 258 e la “Vita della Ven. Suor Arcangela Tardera – Terziaria Francescana” riportata nel LEGGENDARIO FRANCESCANO del frate P. Benedetto Mazzara del 1721, avevo dedotto che la data di nascita fosse 1598 (data della morte riportata sia dal Villari che dal Mazzara) meno l’età di 60 anni (come, erroneamente, avevo creduto di leggere nelle lettere dell’iscrizione sull’affresco “LANGUENTE… SEXA… APTA… AN… OS…” e prendendo per esatta la data di nascita riportata dallo stesso Villari in Storia della Città…,1981 a p. 390, e da altri Dizionari, che in realtà parlavano di un’altra omonima suora Terziaria) avevo ricavato come anno di nascita il 1548. Invece, alla luce dei nuovi documenti che ho potuto consultare in questi giorni, occorre posticipare al 1562 l’anno di nascita di suor Arcangela Tirdera e posticipare di 3 anni l’anno in cui prese l’abito di Terziaria, a 20 anni e non a 17. Infatti, ecco come ce ne parla l’avvocato Alceste ROCCELLA (1827-1908) in uno dei suoi notevoli 7 volumi della “Storia di Piazza”, il III “Uomini e Donne illustri Piazzesi”, al n. 10 (di 30) delle “Donne piazzesi illustri” a p. 164 della trascrizione in pdf del manoscritto, riportando notizie apprese dagli storici dei secoli precedenti come Antonio il Verso, Marco Ligambi, Rocco Pirri, Domenico Gravina e Arturo de Moustier del XVI sec., G. P. Chiarandà e Francesco Aprile del XVII sec. e Vito Amico del XVIII secolo:
<<Suor Arcangela Tirdera o Tardera naque nel 1562 da Pietro e Vincenza Altini. Fin da bambina, fu dai genitori avviata nei cristiani doveri e fanciulla ebbe a confessare fra Innocenzo Caldarera o da Chiusa che nel cenobio Santa Maria di Gesù splendea per santità e, volendo imitare le virtù del confessore, ventenne professò l'abito di terziaria francescana vivendo nella propria casa. Fra digiuni, orazioni ed aspre penitenze, cominciò a logorare il suo organismo, dormiva su poca paglia, nelle continue preghiere alla Vergine dicesi che costei la favorì di celesti visioni e, in una notte di Natale, le accordò abbracciare il bambino Gesù. Nel breve corso di sua vita fu sempre travagliata da penose infermità eppure sempre ilare ed assidua nella prece mostrossi, ottenne dall'Altissimo avere nelle mani e nei piedi l'impronta della piaghe di Gesù Cristo e Alegambe e Verso ne furono osservatori e ringraziò la Provvidenza esser partecipe al favore accordato al serafico Francesco d'Assisi, suo istitutore, onde Domenico Gravina nella “Vox Turturis” ne encomiò la perfezione e l'illibatezza della vita. Morì per consunzione a trentasei anni in fama di gran santità nell'otto febbraro 1598 e, dopo molti prodigi, fu inumata nella cappella ad austro¹ della chiesa di San Pietro. A rimeritare le virtù dell'Arcangela, quei padri effigiarono la di lei imagine nella parete della prima stanza che serviva d'ingresso nel cenobio, ponendovi sotto la seguente iscrizione: Soror Arcangela Tirdera a Platea / Virgo XXXVI annorum / Languore corrupta / Admirabilis extitit patrie / Et Christi passionis dolores / Languenti corpuscolo sentiebat / Anno 1598>>.
¹ “ad austro” vuol dire cappella “a Sud” della chiesa di San Pietro, oggi la IV a dx, a fianco dell’altare maggiore, originariamente cappella famiglia Tirdera, poi famiglia Miccichè (con loro stemma sull’arco) e poi famiglia Cagno (Villari, 1988, p. 250 n. 120bis) nella foto.
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