giovedì 27 giugno 2013

Un invito accorato

Dal nosto bolg un invito per tutti i nostri figli

Le moto, gli scooter, i motorini sono sempre stati per tutti un simbolo di grande svago, un mezzo per sentirsi realizzati. Diciamolo pure, siamo stati tutti giovani, abbiamo bene o male avuto tutti un mezzo di trasporto, magari elaborato o come si dice a chiazzisa, truccatu. Quando si è giovani si è molto liberi e non si guarda ai pericoli che sono sempre dietro l'angolo. Si è un po' scavezzacolli, con in mano una moto ci si sente come illuminati. Ecco, noi che scriviamo sul blog insieme a tanti altri che partecipano vivamente, vogliamo chiedervi un piccolo ma grande sacrificio: rallentate la vostra andatura. I mezzi sono belli e utili ma devono restare solo e sempre mezzi per muoversi con disciplina e senza eccessi euforici. Ovvero, l'invito è a mettere sempre il casco e a non correre: la premura è stata sempre cattiva consigliera, e poi "è sempre meglio arrivare un po' in ritardo ma vivi che non arrivare del tutto" (avrebbe detto il famoso Catalano). Non buttate via la vita, e anche quella altrui. Pensateci quando usate questi mezzi, pensate ai vostri cari che vi aspettano a casa, ai vostri amici che vi vogliono bene sempre. Ve lo chiediamo noi e ve lo chiedono i nostri angeli in cielo, ragazzi piazzesi che hanno perso la loro vita sulla strada in questi modi assurdi: Antonino Offerta, Maurizio Di Dio, Guglielmo Scivoli e tanti altri. Nel circo della strada puoi piangere e puoi far piangere. Roberto Lavuri

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