martedì 15 gennaio 2013

Il terremoto nel Belìce

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968

Se non dobbiamo dimenticare il terremoto del 1693, dobbiamo ricordare quello del gennaio 1968. Fu un terremoto di "soli" 6,1 gradi della scala Mercalli a radere al suolo interi paesi nella parte Sud-Occidentale della Sicilia. Viene ricordato come il "Terremoto della valle del Belìce" (dopo tanti anni ho saputo che la dizione esatta non è Bèlice ma Belìce) perché i paesi maggiormente colpiti erano nella valle attraversata, appunto, dal fiume Belìce. Dei 14 centri colpiti 4 rimasero completamente distrutti (Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago), le vittime furono 370, circa 1.000 i feriti e ben 70.000 i senza tetto. L'estate successiva, mi ricordo, mi trovavo a Linguaglossa (sulle pendici dell'Etna) per un campo estivo organizzato dell'associazione cattolica. Furono tanti i ragazzi di quei paesi ospitati in quel campo, almeno per dimenticare un tantino la tragedia vissuta e, vi assicuro, che non c'era gioco o canzone che li facesse sorridere un po'. Almeno questo ricordo glielo dovevo ai miei compagni coetanei di un'estate del 1968.   

1 commento:

  1. Io, invece, l'11 febbraio del 1968, pochi giorni dopo il terremoto, partii per militare ed andai a finire ad Avellino per il C.A.R. Dormivo in una campata dove vi erano dei letti a castello. Io stavo al piano superiore, mentre al "piano terra" vi era un ragazzo di Palermo che aveva vissuto fino al giorno prima di partire sempre in macchina a causa del terremoto. Ebbene, ogni volta che durante la notte mi giravo e facevo muovere il letto, questo povero sventurato si svegliava gridando credendo che fosse il terremoto. Per tutta la durata del CAR imparai a dormire immobile respirando... il meno possibile.

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